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Agli “Istituti Ospedalieri” il primo servizio di terapia del dolore a “tutto campo”‘

Presso l’Ospedale di Cremona ha da poco preso il via un ambulatorio “cittadino” per la Terapia del dolore, gestito dall’Équipe dell’Unità Operativa di Anestesia Analgesia e Medicina Perioperatoria dell’Azienda Ospedaliera di Cremona, diretta dal Dott. Giorgio Danelli. Il servizio fornirà un’assistenza qualificata, dalla prescrizione di farmaci sino al trattamento con interventi invasivi se necessari, per controllare il dolore.

Questo progetto è stato avviato grazie alla sensibilità dei vertici dell’Azienda Ospedaliera di Cremona e andrà ad affiancare l’attività ambulatoriale gestita nell’ambito delle cure palliative per i pazienti oncologici,  presso l’Hospice diretto dalla Dott.ssa Donatella Giannunzio.

 

Nell’intera provincia di Cremona, rifacendosi alla media nazionale, sono presenti circa 94.000 pazienti colpiti da dolore, 18.000 dei quali risiedono nel capoluogo. Il 5 maggio, nell’Aula Magna del nosocomio, è prevista una tavola rotonda per informare i cittadini sul diritto a non soffrire, sancito dalla Legge 38/2010, e sul progetto che prevede lo sviluppo di una rete territoriale, integrando l’attività dei Medici di Famiglia con Medici Anestesisti dell’Azienda Ospedaliera, per assistere tutti i pazienti che ne faranno richiesta, senza inutili attese.

Responsabile Clinico e Scientifico di questa iniziativa è il Dott. Giorgio Danelli, prossimo Coordinatore del Comitato Territorio Ospedale senza Dolore e Coordinatore Nazionale per la Società Italiana di Anestesia e Rianimazione per le tecniche di anestesia loco-regionale applicate all’anestesia e alla terapia del dolore. Danelli arriva a questa esperienza dopo aver maturato un significativo background inizialmente presso l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e in seguito presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Parma, dove ha mantenuto l’insegnamento nella Scuola di Specializzazione in Anestesia e Terapia Antalgica.

 

“L’80% dei pazienti che afferiscono al nostro centro ha un dolore dovuto a lombalgie e cervico-brachialgie ma vi sono anche casi di artrosi diffuse, Herpes Zoster, dolore postoperatorio e dolore oncologico”, spiega il dottor Giorgio Danelli. “Le prestazioni, prenotabili attraverso il CUP, vanno dall’inquadramento alla diagnosi, per arrivare al trattamento che è di tipo multimodale: terapia farmacologica e, se quest’ultima non si rivela efficace, trattamento invasivo, che può prevedere infiltrazioni peridurali, terapia con radiofrequenza o neurostimolazione. È molto importante – evidenzia Danelli – che i cittadini con dolore, finora disorientati, sappiano finalmente a chi rivolgersi. I medici di famiglia possono ora far accedere i loro pazienti alle cure primarie nell’ambito della terapia del dolore all’interno di una struttura pubblica, che potrà fornire adeguate risposte alle esigenze di assistenza della città e della provincia”.

 

E proprio dai medici di medicina generale è arrivata una richiesta specifica di formazione. Sono loro, infatti, che nell’ambito del concetto di rete, secondo quando sancito dalla Legge 38, devono rappresentare il primo riferimento sul territorio per i pazienti che soffrono. A tale proposito, gli “Istituti Ospitalieri” organizzeranno il prossimo 5 maggio la tavola rotonda “Diritto alla non sofferenza, dopo l’applicazione della Legge 38”. Aperto ai medici di famiglia di tutta la provincia di Cremona, agli anestesisti, agli infermieri, alle Associazioni di volontariato ma anche alla cittadinanza, l’incontro ha il duplice obiettivo di informare la popolazione – in merito alla patologia dolore e alla possibilità di curarla attraverso terapie appropriate – e formare gli addetti ai lavori. Un importante momento divulgativo, che suggella  l’impegno crescente dell’Azienda Ospedaliera cremonese nell’ambito della lotta al dolore, sia sul fronte dell’assistenza erogata ai pazienti, sia su quello della formazione medico-scientifica.

 

I medici di medicina generale – conclude Danellidevono conoscere la terapia del dolore affinché le prime cure possano essere prestate già a livello territoriale e il passaggio del paziente all’ospedale avvenga per diagnosi specifiche o in casi particolarmente problematici, che possono richiedere interventi invasivi. In linea con quanto sancito dalla Legge 38, dobbiamo puntare alla continuità assistenziale fra territorio e ospedale, creando una sinergia tra il comparto delle Cure Primarie e il comparto delle Cure Specialistiche, tra medicina del territorio e centri specializzati. Solo così si potrà avere una presa in carico globale del paziente. Per arrivare a questo risultato, occorre innanzitutto fare chiarezza sui farmaci da impiegare. Gli oppioidi sono ancora troppo spesso sottoutilizzati, benché siano l’opzione terapeutica di riferimento in caso di dolore moderato-severo; si continua invece ad abusare dei FANS, i farmaci antinfiammatori non steroidei, che comportano gravi effetti collaterali, se impiegati per lungo tempo. Fare chiarezza sull’importanza dell’appropriatezza terapeutica per una corretta gestione del dolore è sicuramente uno degli obiettivi che si pone la tavola rotonda del 5 maggio”.