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Abbasso il diabete, successo per la giornata di screening

pobrane (1)“ABBASSO IL DIABETE”  è il titolo che è stato dato alla giornata di screening  che si è tenuta  presso la struttura ospedaliera di INI Medicus (P.le S. Giovanni di Dio – 00019 Tivoli, Roma – Tel. 0774.338000), sabato 9 maggio 2015,

Il dott. Glauco Messina (endocrinologo e diabetologodi INI) e la dott.ssa Alessia Sambuchi (dietista di INI) hanno  sottoposto i partecipanti a visita diabetologia, a misurazione delle glicemia mediante stick glicemico e a una valutazione antropometrica e nutrizionale. Ad avallare e a rendere lodevole l’iniziativa, che ha visto sempre in prima linea per la salvaguardia e la tutela della salute pubblica l’Istituto Neurotraumatologico Italiano, sono i numeri dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) per la quale ammontano a circa 346 milioni le persone affette da diabete in tutto il mondo e più dell’80% delle morti correlate a questa patologia avvengono in Paesi a basso e medio reddito. L’OMS stima inoltre che i decessi per diabete sono destinati a raddoppiare tra il 2005 e il 2030 (nel 2004, i dati riferiscono di 3,4 milioni di persone scomparse a causa delle conseguenze di un alto livello di zucchero nel sangue).

In Europa 52 milioni di persone vivono con il diabete. La prevalenza di questa malattia è in crescita in tutto il Vecchio Continente arrivando, in alcuni Stati, a tassi del 10-14% della popolazione. Questo aumento è in parte dovuto all’invecchiamento generale della popolazione ma principalmente alla diffusione di condizioni a rischio come sovrappeso e obesità, scorretta alimentazione, sedentarietà e disuguaglianze economiche.

In Italia, le statistiche indicano che  il 4,9% dei nostri concittadini (5,2% donne e 4,5 % uomini) pari a circa 2.960.000 persone, è diabetico.  Riguardo ai fattori di rischio associati al diabete: tra i diabetici, il 55% ha ricevuto una diagnosi di ipertensione e il 45% di ipercolesterolemia, il 75% è in eccesso ponderale (IMC≥25), il 39% è sedentario e il 22% fumatore.

«I criteri per la diagnosi di diabete, precisa il dott. Glauco Messina responsabile del Servizio di endocrinologia di INI, sono: sintomi di diabete (poliuria, polidipsia, perdita di peso inspiegabile) associati a un valore di glicemia casuale, cioè indipendentemente dal momento della giornata, ≥ 200 mg/dl; oppure: glicemia a digiuno ≥ 126 mg/dl. Il digiuno è definito come mancata assunzione di cibo da almeno 8 ore; oppure: glicemia ≥ 200 mg/dl durante una curva da carico (OGTT). Il test dovrebbe essere effettuato somministrando 75 g di glucosio».

Il diabete può determinare complicanze acute o croniche. «Le complicanze acute, prosegue lo specialista, sono più frequenti nel diabete tipo 1 e sono in relazione alla carenza pressoché totale di insulina. In questi casi il paziente può andare incontro a coma chetoacidosico, dovuto ad accumulo di prodotti del metabolismo alterato, i chetoni, che causano perdita di coscienza, disidratazione e gravi alterazioni ematiche.  Nel diabete tipo 2 le complicanze acute sono piuttosto rare, mentre sono molto frequenti le complicanze croniche che riguardano diversi organi e tessuti, tra cui gli occhi, i reni, il cuore, i vasi sanguigni e i nervi periferici. In particolare:  Retinopatia diabetica; nefropatia diabetica; malattie cardiovascolari; neuropatia diabetica; piede diabetico; complicanze in gravidanza».

La terapia della malattia diabetica ha come cardine l’attuazione di uno stile di vita adeguato. Per stile di vita si intendono le abitudini alimentari, l’attività fisica e l’astensione dal fumo. «La dieta del soggetto con diabete (definita negli USA: Medical Nutrition Theraphy, cioè terapia medica nutrizionale), prosegue il dott. Messina, ha l’obiettivo di ridurre il rischio di complicanze del diabete e di malattie cardiovascolari attraverso il mantenimento di valori di glucosio e lipidi plasmatici e dei livelli della pressione arteriosa il più possibile vicini alla normalità. Un’attività fisica di tipo aerobico e di grado moderato per almeno 150 minuti a settimana oppure di tipo più intenso per 90 minuti a settimana è raccomandata per migliorare il controllo glicemico e mantenere il peso corporeo».

Da non sottovalutare, infine, gli AGE, serie di composti chimici prodotti quando gli zuccheri si combinano con proteine o grassi (glicazione avanzata). Si trovano per esempio sulle superfici dorate o abbrustolite di cibi fritti o grigliati, oppure sul pane tostato. Oltre al colore, gli AGE conferiscono agli alimenti cotti anche sapore e aroma, tipici quelli dei prodotti da forno, dei derivati del latte, della carne e del pesce. «Oggi con la dieta, precisa il dott. Messina, consumiamo più AGE di quanto accadeva anni fa, inoltre alcune aziende alimentari trasformano eccessivamente alcuni alimenti o aggiungono AGE artificiali per esaltare il sapore».

Per l’occasione Sanofi ha offerto un kit completo per la glicemia, consistente in un glucometro con strisce reattive; inoltre, opuscoli informativi di Diabete Italia e un kit sul diabete saranno

donati da Lilly Farmaceutici.

 

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