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28 luglio: giornata mondiale dell’epatite

L’Organizzazione mondiale della sanità ha proclamato per il 28 luglio 2012 la Giornata mondiale dell’epatite, al fine di incrementare il controllo e la prevenzione di questa infezione. Sono, infatti, quasi un milione e mezzo i casi di epatite A conclamati ogni anno, circa due miliardi le persone che hanno contratto l’epatite B, più di cento milioni sono le persone affette da epatite C: questi sono i dati mondiali sulla diffusione delle epatiti. Le epatiti virali, soprattutto quelle dovute a virus a cosiddetta “trasmissione parenterale (epatite B e C), provocano infezioni acute e croniche del fegato, inizialmente anche del tutto asintomatiche, che nel tempo possono portare alla cirrosi e al cancro del fegato. La trasmissione delle epatiti B e C avviene essenzialmente mediante contatto con sangue o altri liquidi biologici e tramite rapporti sessuali non protetti. Anche se oggi, sia per l’epatite B sia per l’epatite C, vi sono terapie efficaci in grado di contrastarne l’evoluzione, la prevenzione resta la soluzione più importante. Il vaccino per l’epatite B è disponibile da oltre 20 anni e ha permesso una netta riduzione dei casi di malattia in tutta Italia. Il vaccino è anche raccomandato ai familiari e ai conviventi di portatori cronici del virus, ad alcune categorie di lavoratori (ad esempio nel settore sanitario, nella raccolta di rifiuti, nelle forze dell’ordine), a persone con patologie a rischio (emodializzati, epatopatie croniche, candidati a trapianti), a coloro che hanno comportamenti a rischio (tossicodipendenza, promiscuità sessuale).

La vaccinazione consiste in tre dosi da somministrare per via intramuscolare e può essere eseguita presso tutti i centri vaccinali. Sono, inoltre, fondamentali alcune norme di comportamento, che consentono la protezione non solo contro il virus dell’epatite B, ma anche contro quello dell’epatite C per cui non esiste vaccino. Se in passato la trasmissione delle epatiti virali attraverso trasfusioni di sangue e altre attività sanitarie ha avuto un ruolo rilevante, da oltre 20 anni le misure di controllo del sangue e degli emoderivati e le procedure di sterilizzazione e disinfezione hanno consentito di eliminare il rischio. Anche le attività odontoiatriche sono oggi sicure, purché si ricorra a professionisti abilitati, che sono gli unici a garantire l’adozione delle necessarie misure di sicurezza. Analoghe considerazioni valgono per le attività estetiche, in particolare manicure e pedicure, per i tatuaggi e i piercing. Anche in questi casi il rischio si elimina adottando adeguate misure di sterilizzazione, quindi occorre sempre affidarsi a professionisti qualificati e pretendere l’applicazione delle misure di sicurezza igienica. Anche i rapporti sessuali possono trasmettere le epatiti, per cui è raccomandato l’utilizzo del preservativo che resta la migliore arma di prevenzione anche nei confronti di altre importanti infezioni come l’Aids e altre malattie sessualmente trasmissibili.

Infine, opportune regole di natura igienica sono l’impiego di guanti monouso qualora si debba avere contatti con sangue (ad esempio se si deve soccorrere una persona) e l’utilizzo strettamente personale di oggetti quali spazzolini da denti e lamette da barba.