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Vaccinazioni e Sistema Nervoso – Interessante Seminario organizzato a Chieti dalla Clinica Pediatrica

Martedì 9 Aprile 2013, alle ore 14.00, presso il Centro di Ricerca Clinica del Campus Universitario di Chieti, sarà organizzato dalla Clinica Pediatrica dell’Ospedale di Chieti un Seminario dedicato alle Vaccinazioni nei bambini ed il rischio di sviluppare Malattie del Sistema Nervoso. Il Seminario sarà tenuto dal Prof. Guido Morgese, dell’Università di Siena e rientra nelle attività della Scuola di Specializzazione in Pediatria e del Dottorato di Ricerca in Fisiopatologia Materno-Infantile.

Le vaccinazioni contro le infezioni hanno avuto un  ruolo straordinario nel salvare molti milioni di vite umane e nel migliorare la salute di centinaia e centinaia di milioni di persone, soprattutto bambini. Tuttavia, le vaccinazioni, che insieme alla potabilizzazione dell’acqua e all’uso degli antibiotici rappresenta il più grande successo della medicina negli ultimi due secoli, è tuttora motivo di diffidenza in alcuni settori della popolazione e, talvolta, tra gli operatori sanitari.

Prevenire le malattie è il compito principale della sanità pubblica: per il singolo individuo e per la collettività, è sempre più facile e vantaggioso, anche in termini economici, prevenire una malattia piuttosto che curarla. I vaccini sono utili a chi li riceve perché impediscono che si contragga la malattia infettiva, ma sono utili anche a chi non si sottopone alla vaccinazione perché riducono in ogni caso il numero delle persone suscettibili all’infezione nella popolazione e ne ostacolano la facilità di diffusione.

Anche molti vaccini utilizzati in ambito veterinario sono utili all’uomo perché capaci di prevenire molte malattie trasmissibili dall’animale all’uomo, per esempio la rabbia.

Molte vaccinazioni sono obbligatorie per disposizioni di sanità pubblica e molte malattie dell’età infantile sono oggi prevenibili mediante la vaccinazione: per esempio il morbillo, la rosolia, la parotite e la pertosse.

Queste malattie, nella maggior parte dei casi, hanno un’evoluzione benigna, ma a volte possono provocare complicanze anche fatali o causare danni permanenti, soprattutto cerebrali; ad esempio circa 1 bambino su 1000 che contrae il morbillo può avere una meningoencefalite da virus del morbillo.

Sebbene la maggior parte delle vaccinazioni sia eseguita in età infantile o durante l’adolescenza, è importante ricordare che i vaccini possono essere eseguiti anche dagli adulti, soprattutto per quanto riguarda i ‘richiami’ periodici di alcune vaccinazioni eseguite da bambini, come, ad esmpio, l’antitetanica.

Gli adulti potrebbero anche utilmente vaccinarsi se da bambini, non hanno contratto malattie come il morbillo o la varicella, prima che i loro figli contraggano a loro volta queste infezioni all’asilo o a scuola e li contagino.

Questo perché diverse infezioni infantili possono spesso avere, nell’adulto, un andamento più serio e con più complicanze rispetto al bambino; inoltre, alcune vaccinazioni, come quelle contro il tifo, l’epatite A o la febbre gialla, sono a volte richieste per chi viaggia verso particolari Paesi, soprattutto tropicali.

Sempre parlando di benefici dei vaccini per gli adulti, è importante ricordare che ogni anno viene preparato un nuovo vaccino antinfluenzale, che protegge con elevata efficacia contro i ceppi di virus dell’influenza responsabili dell’epidemia stagionale in quell’anno.

Ovviamente, i vaccini possono avere potenzialmente effetti avversi: ad esempio il vaccino contro il morbillo può determinare encefalite in 1 caso su milione (cioè 1000 volte meno del virus del morbillo). Inoltre, la vaccinazione contro il morbillo con virus ucciso ha provocato negli anni ’60 vari casi di gravi reazioni, definite “morbillo atipico”. Nondimeno, debellare il vaiolo con il vaccino  antivaioloso (primo vaccino utilizzato già alla fine del ‘700, quando ancora non si erano scoperti né virus, né batteri), è costato alcune morti e varie encefaliti. Infine, gli straordinari meriti del vaccino Sabin nel debellare la poliomielite non annullano i pur rari casi di paralisi nei soggetti con deficit immunitari.

Vi è inoltre, da ricordare che sono stati anche riportati effetti collaterali da additivi ed eccipienti dei vaccini, come, ad esempio il Thimerosal. E’ quindi molto importante che la sorveglianza epidemiologica attenta e costante.

Durante il Seminario sarà data importanza anche alla relazione tra vaccini ed autismo, che ha ricevuto la attenzione dei media ed ha avuto un grande impatto sulla opinione pubblica. Ebbene, allo stato attuale delle conoscenze non viè alcuna evidenza scientifica seria e documentata di questa relazione e non è possibile affermare che l’autismo o altre malattie neuropsichiatriche abbiano una relazione con le vaccinazioni, in particolare la vaccinazione contro morbillo-parotite e rosolia (alla quale era stata attribuita l’insorgenza di autismo). E’ molto importante che le persone siano correttamente informate su basi scientifiche e non sulle opinioni personali, prive di qualsiasi fondamento scientifico.

Informazioni aggiuntive

Le vaccinazioni sono strumenti molto importanti che hanno consentito la prevenzione e l’eradicazione di malattie che in passato hanno provocato un alto numero di morti o di persone con disabilità, come il vaiolo, la poliomielite ed il tetano. Tuttavia, mantenere un alto tasso di immunizzazione risulta sempre più difficile, dato che nella maggior parte della popolazione le patologie prevenibili dalla vaccinazione non sono state più riscontrate e nella concezione comune la minaccia di incontrarle sembra essere meno reale. Inoltre, i vaccini non sempre hanno una efficacia del cento per cento e non sono privi di rischi ed effetti collaterali. Questi ultimi sono rappresentati più comunemente da dolore, gonfiore ed iperemia in sede di inoculazione, febbre, irritabilità, sonnolenza e rash; sono lievi e scompaiono nell’arco di circa due giorni senza bisogno di cure. In casi più rari (con una frequenza inferiore a 1:1000) i vaccini possono causare convulsioni febbrili che richiedono talvolta assistenza medica. Reazioni allergiche di tipo anafilattico, che possono mettere in pericolo la vita del paziente, sono estremamente rare. Nella valutazione del rapporto rischio-beneficio di un vaccino occorre, pertanto, ben valutare quali potrebbero essere i rischi che invece si verificherebbero contraendo la malattia. Ad esempio, patologie apparentemente poco pericolose, come il morbillo, possono presentare un decorso clinico più grave con conseguenze rilevanti (encefalite) rispetto ai rischi associati alla vaccinazione stessa. Nel considerare gli eventuali eventi avversi associati ai vaccini bisogna distinguere tra “dati ipotetici” e “dati scientificamente confermati”.

A tutt’oggi risulta ancora controversa la questione riguardante la possibile associazione causale tra vaccino e disordini dello sviluppo neurologico. Tale convinzione è rafforzata soprattutto da un’aumentata prevalenza dei disordini autistici osservata in questi ultimi anni contemporaneamente all’esposizione ad un maggior numero di vaccini. In particolare, tale possibile relazione di causa-effetto è stata sollevata per la prima volta nel 1998 in uno studio pubblicato da un medico inglese, Andrew Wakefield ma è stata successivamente smentita da numerosi studi scientifici. Infatti già nel 1999 Taylor et all pubblicarono i risultati di uno studio condotto su un’ampia popolazione inglese, rilevando l’assenza di una relazione causale tra il vaccino per morbillo, parotite e rosolia e l’autismo. Una revisione della letteratura del 2004, condotta dall’Istituto di Medicina di Washington concludeva che non c’era alcuna evidenza scientifica relativamente ad una possibile associazione causale tra autismo e qualsiasi tipo di vaccino. Recentemente, alcuni autori hanno confrontato  il livello di esposizione immunologica conseguente alle vaccinazioni con il rischio di sviluppare autismo. Gli autori hanno concluso che la possibilità di un’aumentata stimolazione immunologica secondaria alle vaccinazioni durante i primi due anni di vita, non correlava con un aumentato rischio di sviluppare disordini autistici. Tale risultato è stato ulteriormente avvalorato da recenti conoscenze neurobiologiche, secondo le quali i disordini autistici tendono ad essere geneticamente determinati con origini nello sviluppo prenatale.

Ulteriore argomento di dibattito è la possibile correlazione tra il vaccino dell’epatite B e lo sviluppo di sclerosi multipla (SM). A tal riguardo diversi studi hanno dimostrato che non c’è nessuna associazione statisticamente significativa tra la vaccinazione per l’epatite B ed il rischio di malattia e che i pazienti con SM non presentano un aumento di recidiva di malattia post-vaccino. Altro tema controverso riguarda la possibile associazione tra vaccino anti-influenza e Sindrome di Guillain-Barrè. Alcuni studi hanno dimostrato un aumento non statisticamente significativo di tale associazione. Altri autori hanno evidenziato un incremento del rischio di sviluppare la malattia di 1 caso su 1 milione di persone vaccinate, tuttavia tale rischio è risultato significativamente più basso rispetto a potenziali complicanze legate ad una forma grave di influenza.

Altro mito da sfatare riguarda i possibili rischi legati ai conservanti contenuti nei vaccini, ed in particolare al sale di mercurio (Thimerosal).  Nel 1999 la Food and Drug Administration ha denunciato l’esposizione a dosi superiori di mercurio rispetto a quelle raccomandate in bambini che effettuavano vaccini contenenti Thimerosal. Diversi studi scientifici non hanno mostrato che il Thimerosal contenuto nei vaccini in piccolissime quantità sia associato ad un aumentato rischio di effetti collaterali. Nonostante ciò le agenzie regolatorie (American Academy of Pediatrics, Public Health Service, America Academy of Family Physicians) hanno consigliato di eliminare l’impiego di tale conservante.

In conclusione, per una corretta educazione vaccinale nella pratica clinica, è necessario saper distinguere i rischi “reali” dimostrati da studi scientifici, da quelli “presunti”  non basati su evidenze scientifiche che spesso vengono divulgati anche da personale sanitario. E’ altrettanto fondamentale  una corretta campagna educativa dei genitori sulla efficacia e sicurezza dei vaccini da parte di figure professionali competenti.