Vai al contenuto

Trapianto di fegato, l’esame delle urine individua il consumo di alcol

La valutazione del consumo di alcol è fondamentale per la selezione dei candidati

imagesUn gruppo di ricercatori dell’Università di Padova conferma che l’etil glucuronide urinario (uEtG) individua accuratamente il consumo alcolico in pazienti con epatopatia alcolica sia prima che dopo il trapianto di fegato. Lo studio recentemente pubblicato su Liver Transplantation, la rivista della American Association for the Study of Liver Diseases a dell’International Liver Transplantation Society, suggerisce che la combinazione dell’ uEtG e dell’Alcohol Use Disorders Identification Test for alcohol consumption (AUDIT-c) rappresenta lo strumento migliore per allertare l’equipe trapiantologica del consumo alcolico in pazienti candidati al trapianto di fegato o che hanno ricevuto un trapianto di fegato. 

L’epatopatia alcolica è una delle più comuni indicazioni al trapianto di fegato sia in Europa che negli Stati Uniti. Inoltre, studi clinici riportano che fino al 49 % dei pazienti trapiantati di fegato durante il follow-up presentano una recidiva del consumo alcolico, che può causare un danno dell’organo trapiantato. Infatti, c’è evidenza che i pazienti trapiantati di fegato che sperimentano una recidiva del consumo alcolico hanno una sopravvivenza ridotta rispetto ai pazienti astinenti.

La valutazione del consumo alcolico è un momento cruciale nella selezione dei candidati al trapianto di fegato” spiega il Prof. Paolo Angeli, responsabile dell’Unità di Emergenze Mediche e Trapianto di Fegato dell’Università degli Studi di Padova. “È altrettanto importante individuare l’uso di alcol nei pazienti dopo il trapianto di fegato, in modo intraprendere precocemente le misure terapeutiche e di supporto in grado di prevenire il danno dell’organo trapiantato e preservare la salute del paziente” aggiunge il Dott. Salvatore Piano, collaboratore del Prof. P.Angeli

In questo studio il gruppo di ricercatori ha valutato l’accuratezza di uEtG, AUDIT-c, etanolo sierico, etanolo urinario e la trasferrina carboidrato carente (CDT) nella valutazione del consumo di alcol in 121 pazienti, candidati al trapianto di fegato e/o trapiantati di fegato per epatopatia alcolica. Ad ogni visita i partecipanti sono stati sottoposti a prelievo di sangue ed urine per testare i markers di consumo alcolico.

I ricercatori hanno individuato un consumo alcolico nel 31% dei partecipanti e l’uEtG è stato individuato come il più forte marker di consumo alcolico. Quando è stato comparato con la CDT, l’uEtG ha dimostrato di essere significativamente più accurato nel predire il consumo alcolico. Inoltre, la combinazione di uEtG e AUDIT-c si è dimostrata superiore alla combinazione di CDT e AUDIT-c. Infine, nei pazienti con AUDIT-c negativo, l’uEtG è stato l’indicatore più efficace del consumo di alcol.

Gli autori raccomandano di utilizzare routinariamente l’AUDIT-c e l’uEtG nei pazienti candidati al trapianti di fegato e trapiantati di fegato per monitorare il consumo alcolico. Il Prof. Angeli conclude: “è di vitale importanza che i pazienti mantengano l’astinenza dalle bevande alcoliche dopo il trapianto di fegato, per evitare disfunzioni dell’organo trapiantato o anche la morte. Quando utilizzati insieme, l’uEtG e l’AUDIT-c costituiscono un importante risorsa nella gestione dei pazienti trapiantati di fegato a rischio di recidiva di abuso alcolico”