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Trapianto di capelli: le sette cose da sapere

Cattura. carvero
Dott. Luca Cravero

Sono sempre di più gli uomini che non si rassegnano a diventare calvi e che decidono di correre ai ripari. Nel 2014 i trapianti di capelli eseguiti sono stati 4mila (dati Associazione Italiana chirurgia plastica estetica), per la stragrande maggioranza eseguiti su uomini con età che oscilla tra i 20 e i 60 anni. «Avere una chioma fluente è il sogno di molti uomini condannati dalla genetica a perdere i capelli – afferma Luca Cravero, chirurgo plastico di Torino socio del Sitri, la Società Italiana di Tricologia, oltre che di Aicpe e Isaps -. Il trapianto di capelli, tuttavia, è uno di quelli a più alto rischio di cattiva riuscita. Anche perché le false promesse in questo settore abbondano». Ecco quindi una lista delle cose che chi sta pensando a un trapianto di capelli deve sapere.

Primo, imparare a distinguere i veri professionisti dagli imbonitori. «I veri professionisti sono i chirurghi  specializzati in chirurgia delle calvizie che hanno dedicato anni della loro carriera  specializzandosi in questo intervento, partecipano ai congressi dedicati alla chirurgia della calvizie e ai workshop di aggiornamento delle nuove terapie – spiega Cravero -. Gli imbonitori sono tutti quelli che promettono false aspettative: internet può diventare una vera trappola, ho rioperato diversi pazienti rovinati per essere finiti nelle mani sbagliate, per questo consiglio di essere certi della professionalità di chi scegliete».

Punto secondo, non tutti i pazienti possono sottoporsi all’intervento di autotrapianto. «A seconda del grado di diradamento o di calvizie, scelgo di intervenire chirurgicamente solo quando non si compromette l’esito finale: ci sono infatti terapie di supporto che in alcuni casi possono evitare l’intervento – afferma lo specialista torinese -. Ovviamente mi riferisco a diradamenti recuperabili con le terapie galeniche o il PRP (plasma ricco di piastrine). La mesoterapia e alcuni integratori hanno come scopo quello di aumentare la componente vascolare, ridurre l’eccesso di diidrotestosterone, fornire maggior nutrimento al bulbo pilifero. L’intervento chirurgico diventa necessario solo quando tutte queste alternative risultano inefficaci».

Terzo, il trapianto di capelli è un intervento chirurgico vero e proprio. «L’autotrapianto è un’operazione che presuppone la partecipazione di più figure specializzate e quindi di un team di professionisti che insieme al chirurgo garantiscano il buon esito dell’intervento e la sicurezza del paziente stesso – precisa Cravero -. È necessaria la presenza di un anestesista e di almeno quattro infermiere professioniste e specializzate  in chirurgia della calvizie che si occupano della separazione e conservazione delle unità follicolari».

Quarto, per l’autotrapianto di capelli esistono due tecniche, entrambe valide a seconda dei casi e delle aspettative del paziente. «La prima è la tecnica STRIP o FUT che prevede l’escissione di una losanga prelevata chirurgicamente dalla nuca e contenente fino a un massimo di 4000 unità follicolari a seconda della densità per centimetro quadrato e della lunghezza. La seconda tecnica è la FUE che prevede l’estrazione delle singole unità follicolari senza necessità di effettuare il taglio sulla nuca. Con la prima tecnica si recuperano molteunità follicolari da impiantare in una sola seduta, nella seconda le unità follicolari prelevabili sono decisamente inferiori, la scelta dell’una o dell’altra è a discrezione del chirurgo» puntualizza il medico, che è anche socio della Società Italiana di Tricologia.

Quinto, di solito una seduta è sufficiente per rinfoltire in modo importante aree che lo necessitano. «Ma bisogna mettere in conto che, se la densità per centimetro quadrato della zona donatrice non dovesse garantire un così alto numero  di unità follicolari, è necessario reintervenire» dice Cravero.

Sesto, il prezzo. «I costi variano poco per le due tecniche, la STRIP/FUT si aggira tra i 3.000 e i 6.500 euro. Per quanto riguarda la tecnica FUE siamo tra i 4.000 e 6.000 a seconda delle unità follicolari».

Ultima cosa da sapere è che l’autotrapianto di capelli è un intervento che riduce le aree glabre o diradate, ma da sola non arresta e cura la caduta dei capelli. «Nella scelta del chirurgo affidate la vostra testa a mani esperte che vi seguano anche dopo l’intervento e che vi accompagnino nel percorso con le terapie mirate al mantenimento della vostra chioma» conclude il chirurgo torinese.

Luca Cravero

Chirurgo plastico di Torino specialista in chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica.  Socio Aicpe (Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica), Isaps (International Society of Aesthetic Plastic Surgery), socio Sitri (società Italiana di tricologia) e diplomato alla scuola di medicina a indirizzo estetico (Smiem). Esercita attività libero professionista nel campo della chirurgia e medicina estetica in Piemonte e Lombardia.