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Salute Mentale, nuova minaccia arriva da dipendenze comportamentali

Allarme per dipendenze affettive e sessuali e quelle da Internet

Child EducationSono sempre più diffuse, specie tra i giovani e tra fasce di popolazione deboli su cui si ha scarsa possibilità di intervento, le dipendenze comportamentali come il gioco d’azzardo patologico, le dipendenze affettive e sessuali, le dipendenze da Internet: si tratta di dipendenze emergenti alla cui diffusione potrebbe essere difficile porre un argine, specie in un periodo di crisi e di risorse per la salute mentale sempre più limitate.

Se ne è parlato, in occasione della XXIII Giornata mondiale per la salute mentale nel corso del convegno che si è tenuto al Centro per la Pastorale della Salute presso il Vicariato di Roma. l’iniziativa è stata intitolata “Salute mentale e aree metropolitane: verso una nuova prospettiva”. L’evento nasce come proposta di riflessione e di impegno dai lavori del Tavolo per la promozione e la tutela della salute mentale, istituito presso il Vicariato di Roma.

Il Tavolo è un organismo permanente di incontro e confronto per quanti sono coinvolti, a vario titolo nell’ambito della salute mentale. È attivo per conoscere e dar voce ai bisogni, approfondire i temi e porre in essere azioni di sensibilizzazione e di sostengo nell’ambito della salute mentale.

Il convegno – ha spiega il professor Luigi Janiri – si è snodato su tre percorsi, uno incentrato sul bisogno e sulla ricerca della spiritualità e sul rapporto di questa con la salute mentale, non a caso la spiritualità è importante anche per i gruppi di auto-aiuto (si pensi ad esempio all’esperienza di alcolisti anonimi), sempre più importanti oggi nell’assistenza a chi ha una qualche forma di disagio mentale. Un secondo percorso da me coordinato – ha aggiunto il professor Janiri – è stato dedicato alle dipendenze come problema emergente della salute mentale per la presenza di nuove dipendenze, nuove sostanze d’abuso, il poliabuso; il terzo percorso riguarda l’organizzazione dei servizi di salute mentale specie in aree metropolitane complesse come Roma”.

“Con la crisi economica molti dei servizi di assistenza per la salute mentale, sia in termini di qualità sia in termini di quantità, potrebbero non essere più garantiti – ha avvertito il professor Janiri – Già ora abbiamo una riduzione del personale e dei posti letto per la psichiatria e già ora abbiamo importanti aree critiche con la chiusura di servizi psichiatrici; vi sono centri diurni e comunità terapeutiche senza più personale. A fronte dell’aumento delle nuove dipendenze non abbiamo servizi idonei ad affrontare questa nuova realtà”.

Il convegno è stata l’occasione per presentare il Progetto “Salute mentale per l’area metropolitana di Roma Capitale”, cui l’Università Cattolica è interessata a dare il proprio contributo.

Le malattie mentali, un fardello per la salute del globo

La prima pubblicazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità del 1996 sul carico globale delle malattie recava con sé un messaggio sorprendente per l’epoca: i disturbi mentali erano tra le cause maggiori di disabilità nel mondo, a prescindere dalle condizioni socio-economiche. Da allora l’OMS ha stabilmente collocato i problemi di salute mentale ai primi posti della classifica delle malattie. Attualmente si stima che la depressione sia la singola più importante causa mondiale di disabilità, colpendo come minimo 350 milioni di persone. Anche i dati più recenti sul ruolo diretto della malattia mentale come causa di mortalità – 800.000 suicidi per anno globalmente – sono molto impressionanti.

Oltre alla depressione ci sono altri disturbi di forte impatto sociale e di crescente incidenza che sono fonte di disagio relazionale, problematiche familiari e improduttività lavorativa: si pensi all’ansia, allo stress e al disadattamento, alla bipolarità dell’umore, all’uso di sostanze. La stabilità nel tempo e per area geografica di classici disturbi di pertinenza psichiatrica, come il disturbo ossessivo e la schizofrenia, contribuisce notevolmente al carico di questo tipo di malattie. Inoltre ci sono disturbi emergenti, come i disturbi del comportamento alimentare, i disturbi post-traumatici, le dipendenze comportamentali (gioco d’azzardo patologico, dipendenze affettive e sessuali, dipendenze da Internet ecc.), che risentono dei cambiamenti ambientali e culturali della nostra epoca e sembrano dunque totalmente nuovi se confrontati con la psicopatologia prevalente nel secolo scorso.

In questo panorama mobile dal punto di vista diagnostico resta incontestabile il dato dell’ascesa vertiginosa dei problemi di salute mentale e della loro ricaduta sia generale sia in aree e popolazioni speciali, ciò che impone programmi di prevenzione, tutela e trattamento mirati e specifici – ha sottolineato il professor Janiri – dalla salute mentale della donna, dell’adolescente e dell’anziano ai problemi psico-comportamentali negli ambienti lavorativi, dai problemi psicologici delle malattie somatiche croniche e terminali a quelli psicosessuali, dal disagio psichico dei migranti alla prevenzione del suicidio”.

Restano di fatto irrisolte questioni fondamentali legate all’accesso ai trattamenti, allo stigma nei confronti della malattia mentale, all’appropriatezza e alla scientificità delle terapie, alle campagne di prevenzione condotte su larga scala. Anche soltanto nel nostro Paese, a fronte di una ormai lunga e logorante crisi economica, la necessità della ottimizzazione delle risorse e della razionalizzazione dei servizi (ad esempio l’integrazione tra servizi di salute mentale e servizi per le dipendenze) impone una riorganizzazione delle modalità e dei luoghi di cura, nonché una revisione delle politiche sanitarie. La risposta istituzionale è infatti inadeguata a fronteggiare sfide sanitarie di così ampia portata, che comportano altresì progettazioni impegnative e onerose: si pensi ad esempio alla riabilitazione e all’integrazione socio-lavorativa dei pazienti psichiatrici cronici, o alla chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari e alla relativa organizzazione del sistema psichiatrico carcerario.