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Medicina Biointegrata, cresce in Molise la pianta anti tumore

Il “Prunus spinosa qualità Trigno” è stata la star del IV Congresso Internazionale di Medicina Biointegrata

foto 1-1di Antonino Picciano

Il Convention Centre – The Church Palace (Palazzo Carpegna) di Roma ha ospitato a fine aprile i lavori del IV Congresso Internazionale di Medicina Biointegrata. Lo “Sviluppo delle attitudini verso la realizzazione di sé “ è il tema scelto quest’anno dall’IMeB (Istituto di Medicina Biointegrata), con sede a Bagnoli del Trigno (IS). Franco Mastrodonato, Direttore Scientifico IMeB e Presidente SIMeB (Società Italiana di Medicina Biointegrata) nella presentazione dei lavori ha ribadito che la Medicina Biointegrata è una scienza tesa a creare sinergie tra le forme mediche sia dal punto di vista diagnostico che terapeutico, collegandole secondo un linguaggio costituzionale. Per Carlo Di Stanislao, presidente Associazione Medica per lo Studio dell’Agopuntura, la Medicina Classica Cinese afferma che solo se le virtù sono attive e non perturbate sarà possibile empatizzare con l’altro. La ricerca del sé è il modo con cui comprendiamo che il nostro profondo funziona e che la nostra crescita progredisce. Franco Mastrodonato, partendo dall’impostazione di base di una visita biointegrata a più voci (PNL, Enneagramma, Antropometria Costituzionale, Morfopsicologia, Esame fisiognomico, Grafologia, Iridologia, Kinesiologia Applicata, ecc.), dimostra come sia possibile raggiungere l’obiettivo prefisso, l’attuazione cioè di una Medicina Attitudinale. Così sono stati esposti gli ambiti di riferimento: biochimico-funzionale, lo psicologico-mentale da parte di Maria Teresa Matteo, naturopata e grafologa e dall’osteopata e kinesiologo Umberto Tirone quello morfologico-strutturale. L’approccio scientifico alla biotipologia di Alberto Garoli, specialista in Medicina Integrata, dimostra che con il metodo antropometrico è possibile valutare le probabilità di rischio, algoritmi di predizione, come markers di patologia. Bartolo Allegrini, esperto in Omeopatia, Omotossicologia, Medicina Olistica, dando un’interpretazione moderna delle costituzioni omeopatiche, propone un modello energetico metabolico alla base di un’adeguata gestione dello stress.

La II sessione del sabato moderata dal campione olimpico di pentathlon a Los Angeles 1984, Carlo Massullo, specialista in Medicina dello Sport, si è aperta con la relazione: “Può la tecnologia influenzare l’espressione del potenziale umano?” di Giuseppe Lepore, naturopata ed esperto in Medicina Funzionale.  Alterazioni ormonali, situazioni di stress, stimoli esterni, traumi, sbilanciano i sistemi di autoregolazione del nostro organismo, determinando un sovvertimento dell’equilibrio neuroendocrino che è alla base di numerose patologie infiammatorie e degenerative. Ecco perché, secondo Massimo Fioranelli, specialista in Cardiologia e Medicina Interna, direttore ARTOI, la strategia terapeutica da adottare per la maggior parte delle patologie non può prescindere da una visione PNEI (PsicoNeuroEndocrinoImmunologica). Il biologo nutrizionista Luca Belli ha posto l’accento sull’importanza dell’attività fisica moderata associata ad una corretta ed equilibrata alimentazione. Analizzando l’attività sportiva agonistica si assiste spesso ad uno stato di immunodepressione da esercizio, con aumento dello stato infiammatorio. Risulta fondamentale, perciò, l’integrazione con sostanze come probiotici, acidi grassi polinsaturi omega 3, quercetina, ed altri antiossidanti che esercitano un’azione significativa sul sistema immunitario, riducendo lo stress ossidativo e l’infiammazione indotti dall’esercizio stesso. Il metabolismo ormonale è regolato oltre che dalla genetica anche da numerosi altri fattori, tra cui rilevante è l’alimentazione. Per Fabrizio Angelini, endocrinologo, presidente SINSeB, alcuni nutrienti possono orientare il nostro sistema ormonale verso squilibri o patologie. Per questo è fondamentale, per un corretto equilibrio ormonale, una precisa conoscenza degli alimenti ed un uso responsabile delle sostanze che contengono. Secondo Luca Gatteschi, specialista in Medicina dello Sport e medico della Nazionale A di calcio maschile, nell’attività sportiva l’allenamento funzionale è una scelta metodologica e di pensiero che conduce a spostarsi da un approccio incentrato su singoli muscoli ad uno che coinvolge il corpo in maniera globale.

Allenamento Funzionale che si svolge, in altre parole, con movimenti che hanno una funzione, uno scopo ben preciso.  Il corpo rappresenta lo strumento, il movimento il mezzo, con un fine che si identifica nel corpo in movimento. Di grande rilievo a metà mattina, per i tanti temi proposti e le problematiche connesse, il Workshop Terapia Oncologica Biointegrata condotto da Franco Mastrodonato. In successione si è parlato di uno studio randomizzato che ha preso in esame i livelli di testosterone, cortisolo ed estradiolo in relazione con la variazione della composizione corporea e della localizzazione del grasso. Ebbene, Massimo Spattini, specialista in Medicina dello Sport e in Scienza dell’Alimentazione, presidente AFFWA, ha ricordato come l’aumento smodato del grasso corporeo, in particolare quello viscerale, sono correlati con l’insorgenza di numerose patologie. Bassi livelli di testosterone sono associati ad un aumento del grasso viscerale, come alti livelli di cortisolo aumentano il grasso nella zona centrale del corpo, interferendo con il GH e il testosterone, bloccando il rilascio di insulina e creando insulino-resistenza. La relazione di Adolfo Panfili, specialista in Ortopedia, presidente AIMO, ha posto l’attenzione sulla fatica delle ghiandole surrenali che sono competenti per regolamentare la risposta del corpo allo stress. Così che ad uno stress di tipo fisico, psicologico, emotivo, ambientale, infettivo, le ghiandole surrenali controllano gli ormoni che vengono prodotti: adrenalina, noradrenalina, cortisolo, DHEA, estrogeni, progesterone, testosterone. La lezione magistrale tenuta da Thierry Hertoghe, presidente dell’International Hormone Society, della WOSAAM e della EAQUALL, ha riguardato il ruolo cruciale assunto dai livelli ormonali nel determinare molti aspetti fisici e psichici degli individui. L’inquinamento, la cattiva alimentazione, il fumo, l’invecchiamento, le aggressioni da parte di virus, batteri, parassiti producono tossine che distruggono il tessuto endocrino, riducendo la produzione di ormoni. Risulta importante conoscere i profili ormonali dei pazienti per poter sviluppare le proprie attitudini e correggere gli squilibri. Molto interesse ha suscitato negli ultimi anni l’utilizzo di estratti vegetali che mimano l’azione degli ormoni. L’introduzione di nuove terapie mirate nella cura dei tumori sta decisamente aumentando il numero delle persone guarite ed anche la sopravvivenza globale. Così si è espresso Massimo Bonucci, specialista in Oncologia Medica e in Anatomia Patologica, presidente ARTOI, che ha ribadito che più del 50% delle persone malate di tumore ricorre a trattamenti non convenzionali per lenire gli effetti collaterali delle terapie classiche, tendendo a migliorare soprattutto la qualità della vita. I pazienti devono essere informati, però, degli eventuali rischi derivanti dai trattamenti integrati che possono interferire a volte con le terapie convenzionali. La collaborazione tra l’Istituto Superiore di Sanità e il comitato scientifico dell’azienda farmaceutica molisana ha permesso di studiare l’attività terapeutica antitumorale del Prunus spinosa qualità Trigno (PsT), la vera star di questo congresso.

Il prugnolo, pianta tipica del territorio molisano, è un arbusto spinoso che presenta foglie ovate verde scuro, numerosissimi fiori bianchi e frutti sferici di colore blu. La sua fioritura avviene tra marzo ed aprile, mentre i suoi frutti maturano tra settembre ed ottobre. Diversi sono i principi attivi, principalmente i flavonoidi: quercetina, 3-O-α-L-ramnopiranoside, 3-O-β-D-xilopiranoside, 3-O-β-D-glucopiranoside e camferolo, noti per la loro attività antiossidante e, potenzialmente, antitumorale. Stefania Meschini, ricercatrice del Dipartimento di Tecnologie e Salute dell’Istituto Superiore di Sanità, conferma che le cellule cancerose mutano il loro patrimonio genetico rapidamente, attivando vie molecolari alternative, evitando così la morte cellulare. Per tutto ciò, la ricerca si sta orientando verso l’utilizzo combinato di terapie innovative integrate. Il fitocomplesso PsT, diluito con il CAN (miscela di aminoacidi, vitamine, sali minerali) in 9 soluzioni derivate, è stato utilizzato nelle curve di crescita cellulare e osservazioni in microscopia a contrasto di fase, nei test di valutazione dell’attività antiproliferativa cellulare e di clonogenicità cellulare. Le linee cellulari umane usate negli esperimenti: carcinoma del colon, cervice uterina, adenocarcinoma polmonare. Le prove hanno dato come risultato rimarchevole la riduzione dose-dipendente della sopravvivenza cellulare nei diversi istotipi tumorali. L’associazione di chemioterapici con sostanze naturali ha lo scopo, quindi, di ridurre la dose dei farmaci di sintesi, limitare gli effetti collaterali e migliorare quindi l’attesa e la qualità della vita. E’ stato reso noto che le proprietà del Prunus saranno illustrate in un prossimo convegno che si terrà nel mese di giugno all’EXPO di Milano. Anche Sebastiano Delfine, docente di coltivazioni erbacee ed orticoltura Università del Molise, si è soffermato sullo stesso argomento ribadendo che l’areale di Bagnoli del Trigno è di eccellente qualità organolettica ed igienico-sanitaria rispetto ad altre drupe presenti nelle regioni limitrofe, perché il territorio preso in esame ha una bassa densità abitativa, ridottissimo traffico stradale e limitato livello di smog fotochimico e polveri sottili. Anche l’esperto in fitogenomica e metabolismo e chimico farmaceutico, Giovanni Occhionero, ha posto l’accento sulle possibilità terapeutiche di formulazioni naturali in campo oncologico, come nel caso del fitocomplesso PsT ottenuto da una pianta autoctona italiana associata ad un attivatore nutraceutico. La capacità di tale complesso di inibire in vitro la crescita di diverse linee di cellule tumorali è un punto di partenza per continuare ad approfondire i suoi meccanismi farmacologici.

Nel suo intervento, Paolo Lissoni, specialista in Oncologia, Endocrinologia, evidenzia che la visione antropologica dell’essere umano intesa come un insieme inscindibile di corpo fisico, psiche, e spirito è la base fondante della Clinica dello Spirito che si rapporta con la PNEI. Questa studia la chimica delle emozioni e degli stati di coscienza e l’influenza del vissuto psico-spirituale sulla biologia del corpo non solo attraverso il sistema nervoso, ma soprattutto tramite il sistema immunitario. La PNEI ha dimostrato che il sistema immunitario raggiunge la sua massima perfezione nello stato d’Amore, per cui il piacere sessuale e la sensibilità spirituale hanno un’identica mediazione psico-fisica. Gianluca Pazzaglia, specialista in Diagnostica per Immagini, vista la difficoltà ad eseguire studi scientifici che dimostrino in maniera inequivocabile cosa mangiano le popolazioni che sviluppano più tumori, suggerisce di ribaltare la domanda e chiedersi: “Cosa mangia il tumore?” Il glucosio e la glutammina, innanzitutto. Anche l’insulinemia è un fattore di crescita, come le carenze multiple di ormoni. E’ lo stesso tumore che produce acidosi nell’organismo, come si palesa un aumento di acido lattico. La restrizione calorica fa diminuire la quantità di glucosio, per cui sarebbe auspicabile adottarla nei piani terapeutici antitumorali, seguendo le indicazioni di William Banting che nell’800 è stato il primo a diffondere una dieta per perdere peso limitando l’assunzione di carboidrati raffinati e facilmente digeribili. La V sessione del congresso si è conclusa con la Tavola rotonda sul tema “Scoperta e valorizzazione delle attitudini nel trattamento biointegrato del paziente oncologico”, con la partecipazione appassionata e stimolante di vari relatori. Un approccio innovativo alla salute è stato proposto da Stefania Ubaldi, specialista in Medicina Interna, direttrice di MedinVita, che in linea con l’European Society of Lifestyle Medicine ha definito la Medicina dello Stile di Vita come: ricerca, prevenzione e trattamento delle patologie legate allo Stile di Vita con interventi basati sull’evidenza scientifica che spaziano nei settori della nutrizione, dell’attività fisica, della gestione dello stress, delle modifiche di comportamenti legati alla salute e nel settore dell’ambiente. Tutto è incentrato sulla promozione dell’educazione alla salute e allo stile di vita sano, in un contesto scientifico multidisciplinare. Tanti sono gli stressor che, interagendo  con il nostro organismo, possono produrre blocchi fisici e emozionali, inibizione o mancata espressione di quelle che sono le potenzialità costituzionali.

Sia Paolo Salvi, consulente e formatore, socio fondatore InfinitiForm, che Maria Paola Casali, membro dell’Educational Kinesiology Foundation, socio fondatore di Eduk-BrainGym Network, prospettano che con le attività integrate, previste dal metodo R.A.M. (RI.ARMONICA.MENTE.), si ottiene l’integrazione neurologica dei due emisferi cerebrali, la creazione di uno stato di armonizzazione funzionale, condizioni ottimali per accedere alle nostre competenze sensoriali, motorie, intellettive, relazionali ed organizzative. Sorprendenti sono sembrate le immagini ecografiche in 3D e 4D riguardanti lo sviluppo fetale, presentate da Cesare Marolla, specialista in Ginecologia e Ostetricia. L’ecografia permette di osservare il comportamento del feto nel suo habitat naturale svelando un repertorio di movimenti del volto (succhiare il dito, storcere la bocca, sbadigli, singhiozzo, smorfie varie) più vasto di ciò che si ritenesse in precedenza e che simulano le espressioni emozionali dell’adulto. Francesco Borghini, psichiatra, affrontando il tema dello sviluppo del Sé istintivo e scoperta del Sé Personale ricorda che la scienza postmoderna propone un sé istintivo fisico biologicamente precostituito come DNA, ma a sua volta recettivo dell’azione ambientale, e pertanto modificabile, ancora prima dell’espressione delle difese immunitarie che custodiscono e selezionano la nostra individualità embrionale. Anche la nostra psiche, in analogia con i disturbi autoimmuni, adotta meccanismi inconsci di difesa a rimedio di quanto l’io presunto propone come rischioso. L’inversione psicologica costituisce un’interferenza che modifica la polarità del sistema energetico. E’ causata da pensieri negativi, di solito inconsci. Quando è presente blocca qualunque tentativo di guarigione, incluso quello mediante EFT (Emotional Freedom Technique). Mohammad Natour, specialista in Ematologia, presidente AMAL, espone tecniche per eliminare gli ostacoli e sabotaggi che impediscono l’espressione dei nostri talenti. Il primo passo: accettare se stessi. Il secondo: agire a livello corporeo con piccoli esercizi (respirazione profonda, la centratura). Il terzo: vincere l’autosabotaggio.  Bisogna recuperare l’equilibrio della nostra reale identità attraverso la pulizia interiore. Si può utilizzare un mantra di pulizia interiore e esteriore, cioè la tecnica “Ho oponopono” che si basa su alcune frasi standard: “Mi dispiace – Perdonami – Ti amo così come sei – Grazie”.

Il corpo è un fedele specchio dello stato emotivo dell’individuo e, attraverso il tocco dei tessuti periferici e craniali, è possibile proporre degli input che stimolano i centri emozionali e della coscienza. Ciò si può attuare, come specifica Caterina Asmone, specialista in Odontostomatologia, osteopata, posturologa, con discipline manuali come l’osteopatia e l’approccio cranio-sacrale che accompagnano la persona nello sviluppo della consapevolezza di sé. Renzo Ovidi, specialista in Odontoiatria, presidente AID, chiarisce il ruolo della Dentosofia: una terapia caratterizzata da un approccio umanistico all’arte dentistica basata su tecniche funzionali conosciute, che pone in evidenza il legame tra l’equilibrio della bocca e l’equilibrio dell’essere umano. Con la relazione I Kinesiotipi, Giacomo Pagliaro, biologo nutrizionista, presidente fondazione Asclepio, ha posto fine alle sessioni congressuali. L’osservazione  e la misurazione della forza esercitata ha permesso di descrivere dei veri e propri kinesiotipi su base costituzionale. Il corretto inquadramento muscolare del soggetto aiuta a direzionarlo correttamente per lo svolgimento dell’attività sportiva agonistica in modo da esaltarne il più possibile le attitudini. Alla luce delle recenti ricerche, dei confronti e dibattiti, dei casi clinici presentati, delle proposte scientifiche innovative, la medicina del futuro, per Franco Mastrodonato, dovrà individuare e sviluppare le capacità attitudinali dell’individuo, intendendo per attitudini l’insieme delle caratteristiche dell’organismo che ne determinano l’atteggiamento e la predisposizione orientati all’attuazione di potenzialità insite all’organismo stesso. E questo è il nuovo concetto di Medicina Attitudinale.