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Medici estetici: boom rimedi anti-cellulite nonostante crisi, laser e filler i piu diffusi

Anche se la crisi economica morde, il ricorso alla medicina estetica (che a differenza della chirurgia plastica è molto meno invasiva) non conosce crisi. La prova arriva dalla IAPAM (International Association For Physicians in Aesthetic Medicine) secondo cui le principali tendenze 2013 negli Stati Uniti in fatto di medicina estetica vedranno il ricorso sempre più frequente all’uso dei filler e dei laser per finalità cosmetiche, delle terapie anti-cellulite, nonché un notevole aumento dei trattamenti per combattere l’acne http://aestheticmedicinenews.com/iapam-reports-on-the-top-aesthetic-medicine-trends-for-2013.htm. Secondo l’associazione dei medici estetici d’oltreoceano, infatti, il 75% delle persone fra gli 11 e i 30 anni hanno avuto problemi di acne nella loro vita e ben 17 milioni di americani ne soffre ancora. Mentre in Italia le priorità sono: trattamenti anti-invecchiamento, come rivitalizzazione, filler (+24%), tossina botulinica (+15,6) e laser, che nei pazienti ultra cinquantenni arrivano fino al 38% delle richieste, seguiti da quelli per combattere sovrappeso, obesità e cellulite.

Altri recenti studi dimostrano che in USA il filler è al primo posto come trattamento più richiesto con il 28%, seguito dalla tossina botulinica (25%) e dai trattamenti anti-cellulite con il 23% di richieste. Secondo le stime degli esperti, nel resto del Mondo le tendenze non cambiano, infatti Oriente, Medio Oriente sono le nazioni che fanno un maggiore ricorso al filler, rispettivamente 38% e 35%, in Oriente tra l’altro questa pratica è richiesta addirittura dal 35% degli uomini, seguite dalle popolazioni latine dell’America del Sud (32%) e dell’Europa Mediterranea (30%). Si confermano mediamente richiesti ovunque, oltre agli Stati Uniti, i trattamenti anti-cellulite, effettuati da un pubblico esclusivamente femminile (Oriente 30%, Medio Oriente 27%, Europa Mediterranea 25%, America del Sud 24%). In forte ascesa anche il laser resurfacing soprattutto in Europa del Nord (20%) e America del Nord (18%).

A commentare i dati ci ha pensato Alberto Massirone, membro del consiglio direttivo del Collegio Italiano delle Società Scientifiche di Medicina Estetica, che sottolinea alcune differenze importanti nell’applicazione della medicina estetica in Italia rispetto agli USA:“Ritengo doveroso fare alcune puntualizzazioni perché la medicina estetica, così come viene praticata e insegnata in Italia, ha delle differenze importanti rispetto alla tipologia anglosassone. Noi ci distinguiamo perché prendiamo in esame l’inestetismo nella sua complessità e quindi anche curando laddove vi è una patologia in essere, prendendo in esame tutto l’individuo e le disarmonie che lamenta. Diverso il concetto diffuso internazionalmente in medicina estetica, che tende esclusivamente a trattare nel particolare la ruga, le irregolarità, la cellulite, da un punto di vista molto spesso misto tra un atto chirurgico e uno medico”.

Alla luce di questo, si può dire che in Italia, rispetto agli USA, valgano gli stessi trend? “Sicuramente anche per noi – commenta Alberto Massirone – le richieste di trattamenti sono molto simili. In Italia però i più richiesti sono sicuramente quelli anti-invecchiamento, come la rivitalizzazione, i filler, la tossina botulinica e il laser, ma anche il peeling profondo per pulire la pelle e dare una rigenerazione tissutale generale, premessa anche per un intervento chirurgico di lifting o di mini lifting. L’utilizzo, invece, del PRP (plasma arricchito di piastrine) è in espansione, anche se il caso italiano è ancora contenuto poiché la nostra legislazione impone che l’ambulatorio in cui effettuare questo tipo di trattamento abbia determinate caratteristiche e che sia collegato a una struttura ospedaliera per il trattamento del sangue e dei derivati”.

“Il miglioramento della qualità della pelle – aggiunge il prof. Massirone –  è il secondo trattamento per numero di richieste, seguito da quelli per combattere sovrappeso, obesità e cellulite che sono tre fenomeni completamente differenti. Per quanto riguarda la pelle, a differenza del modello anglosassone noi molto spesso prima di trattarla la curiamo con rivitalizzanti, anche attraverso la valutazione delle carenze strutturali, facendo uno screening del paziente per chiarire se ci siano anche fattori di tipo comportamentale, nutrizionale o costituzionale che influiscano sul benessere della cute per poi, in ultima analisi, intervenire con la tossina botulinica o un filler”.

Secondo la IAPAM, infine, i progressi nelle terapie anti-cellulite negli ultimi 5 anni hanno subito un netto miglioramento e nel 2013 sembrano essere all’orizzonte soluzioni efficaci e durature contro questo inestetismo, con l’utilizzo sempre maggiore di laser e a tecniche minimamente invasive. I trattamenti anti-“cellulite” sono tantissimi: il punto fondamentale – conclude Alberto Massirone – è capire cosa succede nel tessuto adiposo che poi si trasforma in “cellulite” talvolta anche in una persona magra. Le ipotesi sono numerose e la ricerca delle risposte ancora una volta parte dall’Italia. Bisogna cercare di comprendere meglio quelli che possono essere i principi che generano questo tipo di alterazione per trovare il trattamento più idoneo possibile. Oggi i trattamenti di liposuzione, come quelli chirurgici, sono molto diminuiti a favore di alternative di tipo medico, come la carbossiterapia unita all’uso di stimolazione dermoconnettivale, che riattiva l’eliminazione del grasso (lipolisi), nonché la lipoemulsione sottocutanea e i trattamenti con il laser, anche se leggermente più invasivi”.