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Medici come magistrati, serve una tutela della professione

La possibilità di contenziosi è molto alta nell’urologia, costituita per oltre il 60% da patologie oncologiche. Secondo il prof. Paolo Puppo, Responsabile dell’Urologia Oncologica Istituto Humanitas di Castellanza, la posta in gioco in questo delicato ambito medico è altissima. “Ogni giorno – ricorda Puppo – riceviamo minacce e pressioni che ci privano della giusta serenità nella scelta del percorso terapeutico”. “La professione medica e quella di un magistrato dovrebbero essere tutelate allo stesso modo – ggiunge il dr. Carlo Nordio, Procuratore aggiunto del Tribunale di Venezia ed Ex Presidente della Commissione per la riforma del Codice Penale –, perché entrambe vanno a incidere su beni primari come la vita, la salute, la libertà, l’onore”. È questo l’appello che gli specialisti dell’AURO (Associazione Urologi Italiani) lanciano in occasione del 20° Congresso Nazionale, che si chiude oggi a Montecatini Terme. “Una medicina difensiva presuppone che il medico possa essere contrapposto al paziente – dichiara il dr. Fulvio Di Tonno, Unità Operativa di Urologia Ospedale di Mestre –, un meccanismo che non va nell’interesse del cittadino. Noi pensiamo che la collaborazione tra specialisti e pazienti debba essere totale”. Una situazione che riguarda da vicino l’urologia. “Per quanto la medicina stia facendo progressi incredibili – sottolinea il prof. Paolo Puppo, Responsabile dell’Urologia Oncologica Istituto Humanitas di Castellanza –,, spesso siamo in grado di fornire una garanzia di cura ma non di guarigione. Per lavorare nelle migliori condizioni possibili, quindi, è necessario che si crei un’empatia tra chirurgo e paziente, e che la mente di chi opera sia sgombra da fattori esterni condizionanti”. La nascita della medicina difensiva deriva dalla necessità di eseguire esami non necessari, ma utili a prevenire eventuali contestazioni di diagnosi non corrette o ritardate. “Un modus operandi che fa lievitare ulteriormente i costi del nostro Sistema Sanitario Nazionale – afferma la dr.ssa Roberta Gunelli, Unità Operativa di Urologia Ospedale di Forlì –, oltre a un intasamento delle strutture sanitarie e a un allungamento delle liste d’attesa. Dobbiamo cambiare rotta: da una medicina difensiva, onerosa e dispendiosa in tutti i sensi, a una medicina giusta, ripartendo dal ruolo dello specialista nella gestione del sapere scientifico”. “Procedimenti giudiziari e richieste di risarcimento sono in costante aumento – aggiunge Nordio –, ma alla fine soltanto l’1% degli specialisti viene condannato in via definitiva. Questo fa capire che si potrebbero risparmiare costi ingenti che si ripercuotono sulle finanze pubbliche e provocano disparità di trattamento tra il paziente che può permettersi certe spese e l’individuo più debole che non ha la stessa possibilità”. Per affiancare l’urologo nelle dinamiche medico-legali è nata AUROSAFE. “Si tratta di una sezione dell’Associazione – conclude il dr. Francesco Francesca, Unità Operativa di Urologia dell’Ospedale di Pisa – che dal 2006 assiste i soci quando si verificano queste problematiche. È composta da una decina di specialisti, operanti in diverse sedi d’Italia, e dal prof. Paolo D’Agostino, giurista dell’Università di Torino. Questi professionisti, riuniti nel Comitato Tecnico Professionale, operano nell’interesse dei soci producendo pareri pro veritate, consulenze tecniche di parte, consulenze su quesiti assicurativi, preparazione dei consensi informati per atti medici e polizze assicurative studiate per i professionisti”. 

Ufficio stampa 
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