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Malattie dentali e Parodontite, gli italiani sottovalutano prevenzione e sintomi

Solo il 39% dedica adeguata attenzione a igiene e cura dei denti, solo il 36% fa visite di controllo periodico dal dentista. Situazione ancor più critica per la parodontite, infezione che colpisce oltre il 60% della popolazione. Eppure l’uso combinato di test bio-molecolari, microscopio e laserterapia offre oggi nuove opzioni  non invasive per risolvere l’infezione ed evitare la perdita dei denti.

Gli italiani attribuiscono scarsa importanza alla prevenzione della propria salute orale e sottovalutano i sintomi più insidiosi, ancor più quando si tratta di parodontite. Solo il 39,1% dedica infatti adeguata attenzione all’igiene e alla cura dei denti, solo il 36,3% fa visite di controllo periodiche dal dentista e poco meno di 1/3 esegue periodicamente sedute di igiene orale professionale. È quanto emerge dall’indagine “Gli italiani, le malattie dentali e la parodontite”, condotta da Astra Ricerche nel mese di aprile 2013 per conto dell’Istituto di Ricerca e Formazione in Microdentistry su un campione rappresentativo di 1.111 individui 18-70enni.

Gli italiani – sottolinea Enrico Finzi, presidente Astra Ricerche e curatore dell’indagine – si preoccupano solo quando i problemi dentali diventano gravi ed evidenti. Infatti il 63,5% è preoccupato dalla presenza di pus e il 61,5% se i denti si muovono, mentre sembrano sottovalutare sintomi all’apparenza meno gravi ma già molto pericolosi per la salute orale, come le gengive sanguinanti, abbassate o infiammate. La scarsa preoccupazione porta ad una limitata attività di prevenzione: per gli italiani sembrano essere sufficienti le sane abitudini quotidiane (59% non fumare, 55,1% spazzolare bene i denti, 54,4% lavare i denti dopo ogni pasto). Sono invece meno attenti alle visite di controllo effettuate dallo specialista”.

 La situazione è ancor più critica quando si parla di parodontite, che colpisce oltre il 60% della popolazione. Si tratta di un’infezione cronica polimicrobica a danno dei tessuti parodontali, che – se non adeguatamente trattata – porta alla perdita dei denti. “Solo il 31,2% degli italiani – continua Finzi – ha una conoscenza adeguata della parodontite, solo il 10,8% riconosce correttamente che la parodontite è una malattia dei tessuti parodontali e non delle gengive e solo il 2,5% la descrive come una malattia provocata da batteri. Circa la metà riconosce nel sanguinamento delle gengive un problema correlato alla parodontite e solo il 35,3% sa che l’alitosi è uno dei primi sintomi. Ma la cosa più importante è che quasi il 40% degli Italiani crede ancora che la parodontite sia una malattia non curabile”.

La scarsissima conoscenza dei sintomi di insorgenza della parodontite (sanguinamento e alitosi) – ricorda Francesco Martelli, direttore scientifico I.R.F. in Microdentistry – impatta sulla prevenzione. La perdita dei denti infatti è l’esito finale della malattia, che può essere facilmente evitato, senza grandi costi economici e biologici, grazie ad un’azione tempestiva alla comparsa dei primi sintomi. Bisogna necessariamente conoscere la malattia per essere in grado di valutare, e poi scegliere, il trattamento più idoneo. Erroneamente infatti si pensa che la rimozione di tutti i denti e il posizionamento di impianti possa essere un trattamento risolutivo. I batteri rimangono in realtà nei tessuti e, in oltre il 50% dei casi, trasferendosi sugli impianti, provocano la peri-implantite che porta anche alla perdita delle protesi”. Dall’indagine Astra ricerca emerge che solo 1/3 degli italiani sa che la parodontite potrebbe essere evitata con i controlli periodici dal dentista e solo 11,3% è a conoscenza del trattamento non chirurgico con uso combinato di microscopio operatorio e laser ad alta potenza, elementi chiave della terapia MicroFotoDinamica della parodontite.

L’integrazione del laser, come coadiuvante del trattamento della malattia parodontale, ha dimostrato largamente la sua efficacia grazie ad alcune sue caratteristiche ed al modo in cui il raggio interagisce con i tessuti coinvolti. Fra i principali vantaggi vanno considerati l’effetto battericida, la rimozione dell’epitelio sulculare infetto e del tessuto di granulazione, nonché gli effetti antiflogistico, antiedemigeno e biostimolante”, sottolinea Rolando Crippa, docente di Odontoiatria all’Università di Genova e direttore del reparto di Patologia orale e Laserterapia presso l’Istituto Stomatologico Italiano. “Oltretutto – continua Crippa – l’impiego del laser in odontoiatria in alternativa al bisturi, al trapano e ai tradizionali protocolli chirurgici assicura un trattamento meno invasivo, meno doloroso, più preciso e dai risultati migliori”.

 La terapia MicroFotoDinamica della parodontite prende le mosse dalla diffusione dei test bio-molecolari a basso costo e di immediata esecuzione, in grado di prevedere le varianti geniche che influenzano la persistenza dei batteri patogeni nelle aree sotto-gengivali e di conseguenza i risultati terapeutici. “Lo screening sistematico per mezzo di questi test e l’introduzione di trattamenti fotodinamici laser-assistiti – spiega Martelli – ci consente di elaborare oggi strategie personalizzate, che tengono conto della risposta immunitaria di ciascuno, come testimoniano le migliaia di pazienti curati ogni anno nei nostri centri in Italia e all’estero. Il nuovo approccio, basato su dati oggettivi di laboratorio e finalizzato alla risoluzione definitiva dell’infezione mediante un vero e proprio trattamento biologico dell’ecosistema orale, permette di gestire con successo anche quei casi di parodontiti aggressive a insorgenza precoce e refrattarie alle tradizionali strategie terapeutiche, che causano l’edentulismo anche in persone molto giovani”.

Secondo l’indagine Astra Ricerche, le caratteristiche della terapia MicroFotoDinamica che sembrano suscitare maggiormente l’attenzione degli italiani sono tre: si tratta di una terapia non invasiva (57,5%), è in grado di eliminare batteri e virus anche laddove non arrivano i medicinali (57,3%), assicura (a fronte di corrette abitudini di igiene quotidiana e di controlli periodici dallo specialista) una lunga durata dei risultati (57,3%). “Nonostante un’attenzione alla salute dentale che presenta ancora ampi margini di miglioramento, gli italiani – conclude Finzi – hanno ben chiaro quali debbano essere le caratteristiche fondamentali di un trattamento per la cura della parodontite: risultati sicuri (81,2%) e duraturi nel tempo (80,6%). Pare invece contare poco l’aspetto economico (23,9%) e l’azione immediata (23,5%). Quindi per avere dei risultati sicuri e  mantenere in funzione i propri denti,  gli italiani sono anche disposti a investire in una terapia che abbia  esito positivo”.