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IX Giornata Cardarelliana a Civitanova del Sannio

I Tumori Neuroendocrini Gastroenterici al centro del corso di aggiornamento

indexIl “Cardarelli Day 2015” si è svolto il 23 maggio scorso nella Sala Convegni di Piazzale Padre Fiorante nel paese natale dell’illustre clinico, com’è consuetudine oramai da nove anni. Con il saluto del Sindaco di Civitanova del Sannio, Dott. ssa Lidia Iocca – entusiasta per questo annuale incontro scientifico nella sua terra -, si sono aperti i lavori del convegno. Il moderatore Maurizio Gasperi, professore dell’Università degli Studi del Molise, introducendo i temi di discussione del corso, ha dato la parola al Dott. Gennaro Barone, già presidente dell’Ordine dei Medici di Campobasso e fondatore della Giornata Cardarelliana, che ha ricordato come abbia avuto origine. Il neo eletto Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri della provincia di Isernia, Dott. Ferdinando Carmosino, esprimendo parole di elogio per la figura luminosa di Antonio Cardarelli, ha auspicato ai convenuti medici e infermieri una proficua attività di aggiornamento.

Il Dott. Sergio Zarrilli, consigliere dell’Ordine dei Medici di Campobasso e la Dott. ssa Grazia D’Aquila, vice presidente IPASVI, hanno portato i saluti dei rispettivi ordini. La IX Giornata Cardarelliana che presentava come tema: “I Tumori Neuroendocrini Gastroenterici” è stata organizzata dall’Ordine dei Medici di Isernia, con la supervisione della Dott. ssa Rosa Sassi. I tumori del tratto digestivo sono neoplasie rare, spesso non riconosciuti, che presentano un andamento clinico e un’aggressività biologica molto variabili. Possono essere funzionanti e non funzionanti a seconda che diano o meno una sindrome clinica da secrezione ormonale e possono interessare tutto il tratto gastro-entero-pancreatico. Nella prima sessione, il Dott. Italo Testa, dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria, ha rimarcato ancora una volta le qualità uniche, superiori, di Antonio Cardarelli dotato di una memoria prodigiosa e del cosiddetto “occhio clinico”. La sua ricerca storica si è appuntata, in questa circostanza, sulla figura di Giuseppina Lemme, madre di Cardarelli, donna sagace e determinata, vera donna sannita. Originaria di Belmonte del Sannio, della famiglia baronale di Castelguidone, sposa nel 1824 Urbano Cardarelli (anch’egli medico). Avranno 8 figlie femmine e 3 maschi (oltre ad Antonio pure il fratello Giuseppe Maria era medico). Entrando nel merito degli scritti di Cardarelli, il Prof. Erberto Melaragno, IRCCS Neuromed ha esposto tre casi di “gastropatia”. Sosteneva che l’ipercloridria potesse “essere quasi costantemente l’espressione di un disturbo funzionale di un eccitamento che ricevono le ghiandole gastropeptidiche sotto speciali condizioni soprattutto nervose”. L’argomento trattato dal Dott. Ferdinando Riccardi, Oncologia Cardarelli Napoli, è stato “Attualità in epidemiologia, clinica e classificazione”. La verifica diagnostica avviene mediante identificazione di marcatori specifici di differenziazione neuroendocrina: cromogranina A, synaptofisina, enolasi neurono-specifica (NSE), e test immunoistochimici per il marcatore di proliferazione Ki67, essenziale per un’efficace valutazione della quota proliferativa del tumore. I NET non funzionanti rappresentano il 60% del totale, spesso silenti; solo in fase avanzata presentano sintomi. Il gruppo multidisciplinare Neuroendocrine Tumors di Napoli ha valutato dal 2007 al 2014 circa 526 casi della patologia. Quest’anno per la VII Edizione del Concorso “Antonio Cardarelli”, la migliore tesi di laurea in Medicina e Chirurgia è risultata quella del Dott. Francesco Serafini di Termoli, laureato presso l’Università di Chieti, con un lavoro sperimentale di cardiochirurgia riguardante l’endotelio valvolare cardiaco. Nella seconda sessione, moderata dal Dott. Antimo Aiello, UOC endocrinologia e diabetologia ASREM, e dal Dott. Liberato Di Lullo, UOC Oncologia Ospedali Campobasso e Isernia, il Prof. Maurizio Gasperi ha relazionato su come sia cambiata la diagnosi dal tempo di Cardarelli ad oggi. Presentando alcuni casi clinici ha tenuto a rimarcare la possibilità di falsi positivi per alcuni markers, come per la gastrina, influenzati dall’assunzione di farmaci quali gli inibitori della pompa protonica. Per migliorare le condizioni del trattamento e la sopravvivenza dei pazienti c’è bisogno di una gestione multimodale. La radiologia tradizionale, secondo la Prof. ssa Giuseppina Sallustio, Università Cattolica del Sacro Cuore Roma, rappresenta il passato nella diagnostica. La sensibilità dell’ecografia varia dal 20 all’80% perché vi sono sedi non ecograficamente esplorabili, mentre l’ecoendoscopia ha una sensibilità elevata (84-92%). La tomografia assiale computerizzata (TAC) e la risonanza magnetica con mezzo di contrasto consentono di valutare la presenza di metastasi. Ci può essere un riscontro occasionale di NET durante esame TC per altri motivi. Il Dott. Bruno Carabellese, UOC Radiologia Ospedale Cardarelli Campobasso, dissertando sull’utilizzo della medicina nucleare in campo diagnostico, ha riaffermato che la scintigrafia dei recettori della somatostatina (SRS, Octreoscan) dovrebbe sempre essere eseguita. Poiché i NET usualmente esprimono questi recettori, la SRS, basata sulla somministrazione di un analogo radiomarcato della somatostatina, permette di evidenziare il tumore con un’alta specificità e con una sensibilità, per tumori >1cm, di circa 80-90%. La SRS evidenzia anche le metastasi a distanza con una sensibilità ≥ 96% (4,10). Tecniche ancora più sensibili si basano su metodiche combinate PET-TAC in particolare con 68Gallio-DOTATOC. Per la Dott. ssa Lina Sannino, IRCCS Neuromed, i migliori risultati si ottengono con l’integrazione delle metodiche di medicina nucleare e radiodiagnostica, valide sia per la diagnosi che per la stadiazione. Un aspetto specifico dell’imaging funzionale è quello di fattore predittivo di risposta per gli analoghi radiomarcati della somatostatina (PRRT, peptide receptor radionuclide therapy),

Con i moderatori Dott. ssa Cecilia Politi, UOC Medicina Interna Ospedale Veneziale Isernia, e il Dott. Edoardo Romoli, IRCCS Neuromed, si è aperta la terza sessione con l’intervento del Prof. Marcello Ingrosso, Università Cattolica Sacro Cuore Roma, sul ruolo diagnostico e terapeutico della endoscopia digestiva. Dai fibroscopi degli anni ’70 all’endoscopia digitale degli anni ’80, si è giunti alla videocapsula. I NET del piccolo intestino possono essere accessibili tramite l’enteroscopia con doppio pallone e la videocapsula endoscopica che affiancano le tecniche di radiologia tradizionale (Rx digerente e clisma del tenue). Anche la laparatomia e l’enterotomia sono tecniche valide per una visione accurata. Sono numerose le innovazioni tecnologiche introdotte nell’armamentario diagnostico: Cromoendoscopia, Magnificazione Endoscopica, UltraMagnificazione, Alta Definizione, Narrow Band Imaging, utilizzate singolarmente o in combinazione fra loro. Per la terapia di questi tumori, oltre alla chirurgia aperta che rimane l’opzione principalmente percorsa e con un risultato funzionale a lungo termine migliore, sono state descritte anche le “Tecniche di chirurgia laparoscopica” (Dott. Giuseppe Cecere, UOC Chirurgia Cardarelli Campobasso) utilizzate nelle neoplasie con il coinvolgimento limitato di un viscere o di un organo. E’ chiaramente una chirurgia meno invasiva che ha un minore impatto sia dal punto di vista cosmetico sia da quello del decorso post-operatorio del paziente. Nei tumori ileali <1 cm. si attua una resezione segmentaria, mentre in quelli >1cm. la resezione è più ampia con asportazione del mesentere e linfonodi regionali. Uno studio condotto su 97 pazienti con NET Stage IV ha verificato che la sopravvivenza a 5 anni con terapia chirurgica combinata è del 63%. Per il Dr. Antongiulio Faggiano, Università degli studi del Molise, i tumori neuroendocrini gastroenteropancreatici (NET-GEP) sono neoplasie generalmente indolenti, a crescita lenta, che possono presentarsi comunemente con malattia metastatica al momento della diagnosi. La sede più comune di metastasi a distanza è il fegato. La classica “sindrome da carcinoide” è tipica delle forme avanzate con lesioni metastatiche multiple. Le terapie mediche hanno reso possibile un miglioramento nella sopravvivenza. Gli analoghi della somatostatina rappresentano sicuramente il migliore strumento terapeutico per i pazienti affetti da NET-GEP con sindrome clinica, ma anche nei NET non funzionanti, determinando la stabilizzazione del tumore e miglioramento della qualità di vita di tali pazienti. In associazione con altri farmaci come gli inibitori di mTOR (es. everolimus) e il sunitinib hanno dato promettenti risultati nei pazienti con NET-GEP in progressione. Con Paolo Morelli, coordinatore degli infermieri del blocco operatorio Ospedale Veneziale di Isernia, si è discusso della preparazione del paziente, indicando le procedure preliminari all’intervento. Una relazione chiara e accurata sull’assistenza infermieristica in corso di intervento chirurgico nelle varie fasi prima, durante e dopo l’intervento. In conclusione della giornata di studio, l’idea del Prof. Gasperi – del comitato scientifico del convegno, con il Dott. Testa e il Dott. Carmosino -, palesata all’inizio del convegno: chiedere ai presenti di proporre nuovi temi per il 2016, ha riscosso notevole successo e tanti sono stati gli argomenti indicati che dovranno essere valutati per la prossima edizione della Giornata Cardarelliana che raggiungerà il traguardo dei 10 anni.

 

                                                                                     Antonino Picciano