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Italiani rimandati a tavola: poca frutta e verdura e fuori forma

dimagrire-2Gli italiani conoscono la teoria, ma non mettono in pratica le regole d’oro per uno stile di vita sano e una dieta equilibrata. Un quarto degli intervistati è molto al di sopra o molto al di sotto del proprio peso forma, il 40% ammette di avere una dieta povera di frutta e verdura – solo 1-2 porzioni al giorno – e il 45% ha uno stile di vita sedentario. Questa la fotografia scattata grazie dalla Campagna Curare la Salute,  attraverso un test online. Parlano chiaro i risultati del test della Campagna “Curare la salute”: grande distanza tra la teoria e la pratica per i circa 2.000 italiani che hanno svelato le proprie abitudini alimentari sul sito www.curarelasalute.com, dove da maggio a ottobre 2014 hanno risposto alle 22 domande mirate a testare la loro consapevolezza in tema di sana alimentazione, stili di vita corretti e adeguatezza delle proprie abitudini individuali.

 L’identikit dei rispondenti è composto da una netta maggioranza di donne, che contano quasi il 70%: sono proprio loro, del resto, che in casa spesso si occupano della salute dell’intera famiglia. Sotto il profilo demografico, sono prevalenti gli over 40, che si dimostrano i più predisposti a recepire messaggi di attenzione alla prevenzione. Tuttavia si registra anche una significativa partecipazione al test da parte dei più giovani (tra i 20 e i 40 anni): il tema della cura di sé, partendo dall’alimentazione, viene recepito, quindi, con interesse anche dalla popolazione adulta e non solo da quella più senior. Un segnale che può essere interpretato come sintomo del fatto che si sta assistendo ad una lenta ma progressiva evoluzione verso un modello maggiormente partecipativo del cittadino alla sua salute, complici anche le nuove tecnologie, che offrono nuove modalità e occasioni di interazione, soprattutto per i più giovani.

 L’80% dei rispondenti al test risulta essere “mediante consapevole” delle regole base per una sana alimentazione e la cura di sé. Approfondendo l’analisi, però, si riscontra un significativo scostamento tra la conoscenza teorica e come questa viene tradotta in abitudini e pratiche quotidiane: se quasi il 70% dei rispondenti reputa di seguire quasi sempre una sana alimentazione e la totalità (100%) si dichiara assolutamente convinta dell’importanza di prendersi attivamente cura del proprio benessere, attraverso una dieta equilibrata e stili di vita corretti, questo apparente virtuosismo viene smentito dai fatti. Ben il 21% dei rispondenti ammette di essere molto sopra o al di sotto del proprio peso e solo un terzo è in perfetto peso forma e il 45% è sedentario o molto sedentario, ovvero si riconosce nel profilo “faccio poco movimento, passo molte ore della giornata facendo attività sedentarie, come guardare la tv o lavorare al PC”. E in fatto di sana alimentazione, frutta e verdura sono spesso assenti dalla tavola: solo il 20% consuma da 4 a 5 porzioni giornaliere, ovvero quelle raccomandate dall’OMS per mantenersi in buona salute, mentre quasi la metà consuma quantità insufficienti (1-2 porzioni).

 “Dietro questi atteggiamenti si nascondono errori e cattive abitudini che possono avere un impatto significativo sulla salute. Possono, per esempio, sfociare in sub-carenze alimentari, che – anche se lievi – devono essere risolte prima che portino all’insorgere di disturbi più seri. – spiega il Prof. Michele Carruba, Direttore del centro Studi e Ricerche sull’Obesità dell’Università degli Studi di Milano – Livelli subottimali di micronutrienti essenziali, come le vitamine e i sali minerali, rientrano infatti nei fattori di rischio per diverse malattie croniche nella popolazione adulta e anziana, come l’obesità, l’ipertensione arteriosa e l’osteoporosi”.

 Dal test risulta, inoltre, che il 42% dei rispondenti ha chiesto proattivamente informazioni su alimentazione e peso al proprio medico o specialista e, per contro, il 43% dichiara di non averne parlato con un esperto ma di essersi informato in modo autonomo su internet o sui giornali, da qui l’importante ruolo giocato anche dai mezzi di informazione.

 Infine, ben l’80% dichiara che per avere consigli sull’integrazione, il punto di riferimento sono i professionisti della salute (medico, farmacista e specialisti). “Evidenze scientifiche significative sono state recentemente raccolte grazie a un importante studio clinico indipendente denominato Physicians Health Study II, promosso dal National Institutes of Health americano, che si è occupato di valutare per la prima volta il profilo di sicurezza e di efficacia correlati all’assunzione quotidiana e prolungata nel tempo di integratori multivitaminici–multiminerali. I risultati dello studio hanno rilevato che i soggetti che assumevano l’integratore hanno sviluppato una minore incidenza di gravi patologie croniche molto diffuse nella popolazione over 50, come cancro e cataratta.  – aggiunge il Prof. Carruba – L’integrazione multivitaminica-multiminerale potrebbe pertanto rivelarsi uno strumento efficace sia per colmare eventuali carenze legate all’alimentazione, nei casi in cui – come ci confermano anche i risultati del test – spesso con la sola dieta risulta difficile raggiungere il corretto apporto quotidiano di tutti i nutrienti essenziali, sia per avere dei benefici anche in termini di prevenzione, come questo studio americano sembra prefigurare.”