Vai al contenuto

Infarti, la ricerca: prevenire è meglio che curare

Una relazione elaborata da esperti di comunità composte sia da medici sia da pazienti, richiama l´attenzione dei responsabili delle politiche sanitarie dei Paesi europei sulla necessità di misure urgenti per prevenire l´insorgenza di infarti nelle migliaia di pazienti con fibrillazione atriale registrati ogni anno.

La fibrillazione atriale, la più comune e prolungata aritmia cardiaca, colpisce oltre sei milioni di persone in Europa, aumenta di cinque volte il rischio d´infarto ed è all´origine del 15-20% di tutti gli infarti causati da trombi (infarto ischemico).

Le conseguenze di un infarto possono avere effetti devastanti non solo sulla qualità di vita del paziente, ma anche su quella dei suoi familiari e del personale sanitario. Si calcola che l´impatto economico dell´infarto sulla realtà europea sia pari all´impressionante cifra di 38 miliardi di euro l´anno.

Si prevede che tale impatto aumenti drasticamente, poiché ci si attende che il numero di persone affette da fibrillazione atriale aumenti di 2,5 volte entro il 2050, a causa dell´invecchiamento della popolazione e della maggiore sopravvivenza dei pazienti con patologie che predispongono alla fibrillazione atriale (ad esempio, attacco cardiaco). Molti infarti correlati alla fibrillazione atriale possono essere prevenuti grazie a una diagnosi precoce e al miglioramento delle relative terapie.

Si presenta con estrema urgenza la necessità di un´azione coordinata per impedire il verificarsi di migliaia di infarti, che ogni anno sono causa di disabilità mentale e fisica o di morte per tanti pazienti affetti da fibrillazione atriale. La relazione "Come evitare una grave incidenza degli infarti?", presentata al Parlamento europeo dall´Azione per la prevenzione dell´infarto, un gruppo di esperti in ambito sanitario provenienti da tutta Europa, propone provvedimenti per affrontare il rischio d´infarto nei pazienti con fibrillazione atriale, la più comune aritmia cardiaca prolungata nonché la più frequente causa di infarto. La loro proposta, sostenuta da 17 organizzazioni di professionisti del settore e di pazienti rinomate a livello europeo, chiede ai politici europei e ai governi degli Stati membri di agire prima che la crescente frequenza di tali infarti provochi una grave crisi della sanità pubblica.

Nella relazione viene prospettato l´insorgere di un´epidemia a livello europeo se non saranno immediatamente attuati provvedimenti per limitare la crescente ondata di infarti prevenibili che si registra ogni anno. Linda McAvan, Membro del Parlamento europeo, ha commentato: "È importante che i responsabili delle politiche governative e sanitarie adottino le misure necessarie per affrontare le esigenze mediche, finora senza risposta, in tema di prevenzione degli infarti. Personalmente concordo con le raccomandazioni esposte da Azione per la prevenzione dell´infarto nella propria relazione, le quali, secondo me, contribuiscono a prevenire gli infarti in pazienti affetti da fibrillazione atriale e, allo stesso tempo, riducono notevolmente l´onere, in termini clinici, economici e sociali, di tale patologia nella realtà europea".

I suggerimenti elencati nella relazione comprendono: una migliore educazione del paziente, la diagnosi di finrillazione atriale e la valutazione del rischio d´infarto, una più facile condivisione delle informazioni tra gli Stati membri, l´elaborazione di strategie per ottenere una maggiore osservanza delle linee guida, nonché l´applicazione di modalità terapeutiche omogenee e appropriate in relazione ai pazienti con fibrillazione atriale.

"È evidente che esistono delle necessità mediche mai affrontate nella prevenzione applicata ai pazienti con fibrillazione atriale", afferma il professor Gregory Lip, Professore in Medicina cardiovascolare all´Università di Birmingham, Centro di scienze cardiovascolari, ospedale centrale di Birmingham, UK. "La maggior parte di tali infarti è prevenibile, ma l´insufficienza di diagnosi e la scadente gestione dei pazienti con fibrillazione atriale, l´utilizzo meno che ottimale degli anticoagulanti e gli effetti collaterali delle attuali terapie fanno sì che i pazienti, le loro famiglie e il sistema sanitario stesso siano costretti a sostenere un carico eccessivo e inutile."

L´infarto è la patologia cardiovascolare più diffusa dopo la cardiopatia. Secondo le attuali tendenze, nell´Unione europea il numero di infarti aumenterà, passando da 1,1 milioni all´anno del 2000 a 1,5 milioni l´anno entro il 2025.

Inoltre, gli infarti collegati a finrillazione atriale sono di maggiore gravità, causano disabilità più significative e prognosi più infauste rispetto a quelli che si verificano in pazienti non affetti da FA. Le persone colpite da infarto causato da fibrillazione atriale vengono solitamente trattenute più a lungo in ospedale, hanno meno probabilità di essere rimandate a casa e vanno incontro nel 50% dei casi a disabilità permanente.

"L´impatto di una disabilità fisica, emotiva o cognitiva sul paziente infartuato può essere significativo", sottolinea Eve Knight, CEO di AntiCoagulation Europe, "A sua volta, ciò può incidere pesantemente sulla qualità di vita del personale sanitario e della famiglia, sui quali possono gravare problemi emotivi come depressione e ansia".

L´ infarto ha inoltre pesanti effetti sul nostro sistema sanitario. Il relativo onere economico costituisce il 2-3% della spesa sanitaria complessiva europea. I costi sanitari associati all´infarto sono più elevati in relazione ai pazienti con fibrillazione atriale che non a quelli non affetti da tale patologia. La fibrillazione atriale è un grave fattore di rischio infarto indipendente e ad essa è connesso il 15-20% degli infarti ischemici.

Il numero di persone affette da fibrillazione atriale è di circa sei milioni soltanto in Europa. I pazienti con finrillazione atriale costituiscono un importante target per la riduzione dei costi complessivi imputabili all´infarto, identificati dalla Carta per la salute del cuore e dai vertici dell´Unione europea come fattore chiave a livello europeo.

La finrillazione atriale è la più comune aritmia cardiaca prolungata. Si verifica quando le due cavità superiori del cuore si contraggono disordinatamente anziché battere regolarmente, non riuscendo a pompare tutto il sangue all´esterno in modo corretto, dando così luogo a un ristagno che può favorire la formazione di trombi all´interno degli atri stessi. Se un trombo lascia l´atrio, esso può occludere un´arteria cerebrale, impedendo il passaggio delsangue e provocando nel paziente un infarto ischemico.

Gli infarti collegati a fibrillazione atriale sono di maggiore gravità, causano disabilità più significative e prognosi più infauste rispetto a quelli che si verificano in pazienti non affetti da fibrillazione atriale. Sebbene le attuali terapie dell´infarto (antagonisti della vitamina K come il warfarin) possano essere efficaci, esse presentano anche un certo numero di inconvenienti e sono attualmente poco applicate in Europa, specialmente nei pazienti anziani a maggior rischio di infarto.

La prevenzione della fibrillazione atriale nei pazienti a rischio di aritmia, la diagnosi dalla fibrillazione atriale prima che si verifichi il primo infarto e l´osservanza delle linee guida relative all´uso di terapie anticoagulanti, comprese eventuali opzioni di nuove terapie, sono fondamentali per l´efficacia della prevenzione dell´infarto correlato a fribrillazione atriale.