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I neonati allattati al seno faranno carriera

Lo sostiene uno studio inglese e i risultati sono stati confermati dalla Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS).

Tua mamma ti ha allattato al seno? Hai certamente maggiori possibilità di fare carriera rispetto ai bambini cresciuti a latte in polvere. 

Può sembrare assurdo, esagerato o addirittura impossibile ma di questo sono convinti alcuni studiosi della “University College” di Londra, secondo i quali l’allattamento materno condizionerebbe favorevolmente anche il successo nella vita e, in particolare, l’ascesa nella scala sociale. Lo stesso Winston Churchill, in un discorso alla radio del 1943, affermava che “Non c’è, per nessuna comunità, investimento migliore del mettere latte dentro i bambini”.

Il latte materno è molto più che un semplice alimento: in base ad una ricerca recentemente pubblicata sulla rivista “Archives of Disease in Childhood” e condotta su oltre 17 mila individui nati nel 1958 e su circa altrettanti nati nel 1970, è emerso che quanti erano stati nutriti al seno hanno raggiunto i più importanti traguardi nel posizionamento sociale e professionale.

La notizia è senza dubbio originale ma probabilmente non sorprende alla luce degli effetti benefici dell’alimento naturale per eccellenza. “Innanzitutto – spiega il dottor Piercarlo Salari, pediatra di Consultorio a Milano e componente della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS) – il latte della mamma è un sistema biologico, e cioè non solo un insieme di macro e micronutrienti (proteine, zuccheri, grassi, sali minerali, oligoelementi) ma anche un concentrato non riproducibile di cellule vive, sostanze ad azione ormonale e fattori di crescita in grado di modulare lo sviluppo dei tessuti. Inoltre, il latte materno cambia continuamente di sapore e la sua composizione, dal colostro al latte maturo, si modifica progressivamente nel tempo”.

D’altra parte – precisa il dottor Giuseppe Di Mauro, Presidente della SIPPS – il bambino alimentato al seno a richiesta è favorito nella regolazione della fame/sazietà, sviluppa una flora batterica intestinale che funge da stimolo determinante nell’orientamento del sistema immunitario in senso anti-allergico e riceve un adeguato quantitativo di acidi grassi polinsaturi  (in particolare omega 3) fondamentali per lo sviluppo dei tessuti nervosi”.

A questo bisogna aggiungere la dimensione affettiva della relazione madre-figlio, che trova nell’intimo contatto che caratterizza ogni poppata un momento unico ed insostituibile che trasmette al piccolo sicurezza e fiducia in sé.

In passato alcuni studi avevano già dimostrato, al compimento dell’anno di vita, il raggiungimento di migliori capacità visive e prestazioni funzionali a livello comportamentale e intestinale nei bimbi allattati al seno, ispirando così la modificazione dei latti formulati con l’aggiunta di elementi in grado di simulare gli effetti di quello della madre. Infatti, se fino agli anni ‘80 la ricerca si era orientata verso la riproduzione chimica del latte materno, obiettivo poi rivelatosi una mera utopia, negli ultimi decenni l’attenzione si è spostata sempre più sugli effetti promossi dal latte artificiale, in particolare a livello immunitario e neurologico. Sono stati così aggiunti nucleotidi (i mattoni degli acidi nucleici, ossia dei geni), oligosaccaridi ad azione prebiotica (fibre, cioè, che favoriscono la crescita dei bifidobatteri, principali colonizzatori del tubo digerente del bambino allattato al seno) e omega 3, che il piccolo non riesce ancora a produrre da solo e deve, pertanto, introdurre preformati. “Il progresso compiuto è stato importante ed è tuttora in corso – conclude il Dott. Di Mauro – ma il risultato finale è sempre lo stesso: il bambino allattato al seno “ha una marcia in più”, ed il suo vero segreto risiede forse in un differente orientamento della crescita. Ancora oggi nessun alimento riesce ad eguagliare le proprietà del latte materno, vero e proprio sistema biologico non riproducibile”.

Lo studio di recente pubblicazione su “Archives of Disease in Childhood” ha dunque confermato, con rigore scientifico, le convinzioni che da sempre fanno parte della saggezza popolare, secondo la quale il latte è un
nutrimento sia per il corpo che per lo spirito, inteso nel suo più ampio significato di espressione della personalità e delle potenzialità legate alle inclinazioni naturali. Una domanda, sorge, però spontanea: cosa
penseranno di questa ricerca tutti gli “ex neonati” cresciuti a latte in polvere?