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Fondazione Don Gnocchi presenta il Robot che assiste gli anziani in casa

Le tecnologie robotiche stanno aprendo interessanti opportunità per lo sviluppo di ausili innovativi per l’autonomia delle persone anziane nel proprio ambiente di vita, facilitando le famiglie e gli operatori nei compiti di assistenza giornaliera.Il progetto SRS (“Multi–role Shadow Robotic System for Independent Living”, progetto triennale finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del 7° Programma Quadro) ha come obiettivo lo sviluppo di un ausilio robotico con possibilità di controllo remoto in grado di aiutare le persone anziane in diverse attività della vita quotidiana.Progetto e prototipo sono stati illustrati oggi presso il Centro IRCCS “S. Maria Nascente” di Milano dalla Fondazione Don Gnocchi. Sono intervenuti: mons. Angelo Bazzari, presidente della Fondazione Don Gnocchi; prof. Paolo Mocarelli, direttore scientifico della Fondazione Don Gnocchi; l’ing. Renzo Andrich, fra i massimi esperti italiani e internazionali di tecnologie per gli ausili a supporto delle persone con disabilità e coordinatore dell’Area “Tecnologie Assistive del Polo Tecnologico della Fondazione Don Gnocchi”; l’ing. Lucia Pigini, ricercatrice del Polo Tecnologico Fondazione Don Gnocchi; il prof. Renxi Qiu, coordinatore del dipartimento di ingegneria del “Manufacturing Engineering Centre” dell’Università di Cardiff (GB), ente capofila del progetto.

Il progetto coinvolge 11 istituzioni in vari Paesi europei (oltre all’Italia: Gran Bretagna, Bulgaria, Germania, Spagna, Austria), tra cui il Polo Tecnologico della Fondazione Don Gnocchi, sotto la guida del Dipartimento di Ricerca Industriale dell’Università di Cardiff (GB).

In questi primi giorni di maggio, tecnici e ricercatori di vari partner del Consorzio si sono incontrati a Milano per mettere a punto e testare un prototipo del robot “SRS” all’interno della “Casa Domotica” del Centro IRCCS “S. Maria Nascente” della Fondazione Don Gnocchi.

Il Progetto di ricerca SRS “Robot Ombra per la vita indipendente”

 Valutare se una tecnologia assistiva di tipo robotico possa essere di supporto all’anziano, permettendo di vivere più a lungo nel proprio domicilio in maniera il più possibile indipendente e sicura, è senza dubbio una sfida interessante. Esistono infatti numerosi progetti di ricerca nell’ambito della robotica motivati ​​dalle problematiche poste dell’invecchiamento della popolazione e dalle conseguenti esigenze di assistenza specifica.

Tuttavia l’eterogeneità dei bisogni e le specificità dell’ambiente domestico pongono ancora notevoli ostacoli tecnologici allo sviluppo di un robot in grado di fornire questo tipo di servizio assistenziale in maniera completamente autonoma. Inoltre, nell’ipotesi di essere in grado di sviluppare una nuova soluzione assistiva così tecnologicamente avanzata, non è da trascurare il fatto che la maggioranza della popolazione anziana abbia scarsa dimestichezza con la tecnologia,  dimostrandosi spesso prevenuta nei confronti di dispositivi considerati troppo complessi.

Per indagare questi aspetti, la Comunità europea ha finanziato un progetto di ricerca della durata di 3 anni denominato “SRS Multi-Role Shadow Robotic System for Independent Living” (“Robot ombra per la vita indipendente”) che si propone di sviluppare un dispositivo robotico semi-autonomo con possibilità di controllo remoto (cioè a distanza), che possa essere di aiuto agli anziani e a chi si prende cura di loro.

Si pensi ad esempio alla possibilità di monitorare e gestire a distanza situazioni di assistenza o di emergenza quando il familiare si deve assentare dal domicilio dell’anziano; in questo senso, il robot potrebbe rappresentare “l’ombra” del familiare. Il concetto di “semi-autonomo” invece, può essere espresso come il tentativo di aggirare gli ostacoli posti dalle attuali potenzialità delle intelligenze artificiali, supplementando l’intelligenza robotica con l’intelligenza umana. Quando il robot, per esempio, deve rilevare una situazione sconosciuta che non può gestire in autonomia, un operatore umano verrebbe contattato e coinvolto nell’esecuzione dell’operazione, effettuata da postazione remota. Questo bisogno di aiuto da parte di un operatore umano dovrebbe con il tempo e l’utilizzo diminuire grazie alla possibilità di “apprendimento” del robot rispetto al particolare contesto locale.

 Mobilità, memoria e salute

 La Fondazione Don Gnocchi, coinvolta nel progetto insieme ad altri 10 partner europei di stampo universitario, industriale e ospedaliero e provenienti da 6 Paesi differenti,  dopo un anno e mezzo di ricerca analitica e ricerca sul campo ha contribuito alla definizione del concept, ovvero chi siano i possibili utilizzatori del sistema, quali caratteristiche presentino, quali siano i bisogni assistenziali irrisolti e per quali di questi gli utenti vorrebbero (o non vorrebbero) assistenza da parte di un robot.

In particolare, nonostante alcuni scetticismi emersi nei confronti della tecnologia, soprattutto inerenti la risoluzione di bisogni psicologici e sociali, tutti i potenziali utenti sono stati invece concordi nel definire di elevato interesse il supporto nelle problematiche inerenti la mobilità, la memoria e il monitoraggio periodico dello stato di salute.

I suddetti potenziali utilizzatori possono essere suddivisi in “anziani fragili”, soprattutto a causa di problematiche neuromotorie, i loro familiari e il personale specializzato nel servizio di teleassistenza per venire incontro alle esigenze dei familiari, troppo spesso impegnati e non in grado di rispondere tempestivamente ad ogni richiesta del proprio parente anziano.

Per consentire a tipologie così differenti di utilizzatori di comunicare tra loro, interagire con il robot, controllandolo ad esempio nella navigazione attraverso gli ambienti domestici, nell’interazione con gli oggetti presenti, verranno realizzate tre differenti applicazioni a complessità crescente, sviluppate su tre differenti interfacce:

  • semplice applicazione su tablet palmare (tablet Android) dedicata agli anziani;
  • applicazione su dispositivo tablet computer portatile (tablet iPad) dedicata ai familiari per il controllo della maggior parte delle funzionalità del robot;
  • applicazione su postazione fissa (ancora in fase di definizione) dedicata ad operatori esperti di centri di teleassistenza, in grado di risolvere situazioni di complessità elevata.

 I test nella casa domotica

La casa domotica dell’Irccs “S. Maria Nascente” della Fondazione Don Gnocchi di Milano è sede dei test del prototipo sviluppato per una prima valutazione sia da un punto di vista tecnico sia dal punto di vista della percezione dell’utenza cui è rivolto. In stretta collaborazione con gli operatori sanitari del servizio Dat (Domotica, Ausili e Terapia Occupazionale), vengono coinvolti i potenziali utenti del sistema  in una serie di esperienze di utilizzo in prima persona, attraverso concreti scenari di utilizzo sviluppati nel corso del progetto.