Vai al contenuto

Ecco come sarà il profilattico del futuro

Carbonio, nanoparticelle e materiali sottili come la pelle ma molto resistenti

 

profliatticiScienziati e ricercatori da tutto il mondo stanno cercando di individuare una nuova formula per quello che sarà il condom del futuro.  Pur essendo un oggetto di largo impiego da anni è rimasto invariato nel suo modo di essere ideato e realizzato continuando a presentare sempre i soliti “difetti”: la facile rottura e l’attenuazione della sensibilità durante l’uso.

Adesso si presentano nuove prospettive grazie al grafene, un materiale in carbonio, composto da un singolo strato di atomi, per cui estremamente sottile, ma anche molto resistente. Questo materiale è particolarmente apprezzato nel settore tecnologico per la costruzione di display sottilissimi e resistentissimi è un buon conduttore di calore, qualità, che anche secondo la “Gates Foundation”  lo rende idoneo al suo possibile uso per la realizzazione del “preservativo del futuro”.

La società di Bill Gates ha infatti donato 100 mila dollari all’Università di Manchester per realizzare il nuovo prodotto. Ma non è il solo gruppo di ricerca  che si sta cimentando in tale impresa. Infatti la Gates Foundation ha fatto diverse donazioni a diversi gruppi di ricerca nel mondo, che stanno lavorando su diverse soluzioni per trovare quella ottimale: in Sudafrica, per esempio, si sta studiando Rapidom, in cui basta aprire la bustina per far venir fuori un condom già pronto per essere indossato.

L’Università di Cambridge punta a dei polimeri che si stringono automaticamente durante il rapporto mentre in Inghilterra si punta a trovare un sistema che invece di costringere si adatti alla forma e alle dimensioni per semplificare l’applicazione e aumentare la sensibilità. A Boston, si sta cercando di lavorare su un rivestimento di nanoparticelle idrofile che intrappolano una sottile pellicola di acqua per ridurre l’attrito e la possibilità di tagli. Sempre negli Stati Uniti, a San Diego, si lavora sul collagene delle mucche per “ dare maggiore resistenza e garantire sensazioni più naturali”. Nel caso qualcuna di queste ricerche dovesse portare a un prodotto realizzabile, la fondazione è pronta a sborsare fino a un milione di dollari per l’entrata in produzione.