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Disturbi di memoria: il primo studio italiano su un nuovo esame PET per il miglioramento della diagnosi di Alzheimer

250 persone con disturbi di memoria saranno sottoposte a PET con 18F-florbetapir per visualizzare la proteina beta amiloide, tra le cause principali della malattia. La città di Brescia è al cuore di uno studio sulla diagnosi di malattia di Alzheimer in persone con disturbi di memoria tramite l’innovativa metodica dell’imaging di amiloide con tomografia assiale ad emissione di positroni (PET) ed il nuovo tracciante 18F-Florbetapir. Si tratta del primo studio tutto Italiano, che potrebbe dare inizio alla diffusione della metodica nella routine clinica della diagnosi precoce e differenziale della malattia di Alzheimer. 

Il Florbetapir è un tracciante radioattivo marcato con Fluoro 18 che consente di individuare i depositi nel cervello di proteina beta amiloide, proteina che in alcuni individui può depositarsi tra i neuroni in maniera anomala ed in eccesso, portandoli a sofferenza e quindi a morte. I depositi di beta-amiloide sono generalmente ritenuti una delle principali cause della malattia di Alzheimer. Il Florbetapir viene iniettato in vena e raggiunge il cervello dove si lega alle placche di beta amiloide. Quindi, la piccola quantità di raggi gamma emessa dal Florbetapir viene rilevata dalla macchina PET e utilizzata per ricostruire una rappresentazione bi-o tri-dimensionale del cervello. La negatività all’esame è fortemente contro una diagnosi di malattia di Alzheimer.

Tra tutte le forme di demenza, l’Alzheimer è la più comune: in Italia colpisce 800mila persone e 26,6 milioni nel mondo. In Italia, il costo per il servizio sanitario nazionale è di 14,5 miliardi di euro l’anno. La diagnosi corretta nelle malattie neurodegenerative come la malattia di Alzheimer ha un impatto terapeutico importante. “La diagnosi tempestiva è fondamentale per istituire trattamenti farmacologici e non farmacologici in grado di ritardare per quanto possibile la perdita dell’autosufficienza” spiega, a questo proposito, il dottorGiovanni Frisoni, vice direttore scientifico dell’IRCCS Centro San Giovanni di Dio – Fatebenefratelli di Brescia e responsabile dello studio.

Allo studio parteciperanno 250 persone, selezionate fra coloro che si presenteranno nel 2013 e 2014 per una valutazione della memoria presso gli ambulatori neurologici e geriatrici della provincia di Brescia e aree limitrofe. Oltre alla valutazione diagnostica di routine, generalmente costituita da test cognitivi e risonanza magnetica, i coinvolti nello studio saranno sottoposti all’esame PET con Florbetapir. Medici esperti formuleranno poi una diagnosi (ad es. malattia di Alzheimer iniziale, invecchiamento normale, altre forme di demenza) senza la conoscenza del risultato dell’esame PET con Florbetapir, e successivamente alla presa visione del risultato.

La misura di efficacia dell’indagine sarà il miglioramento della diagnosi da prima a dopo. “I risultati di questo studio” conclude Alessandro Padovani, Presidente del corso di studio in Medicina e Chirurgia, Direttore della Clinica Neurologica dell’Università di Brescia, e corresponsabile del progetto insieme a Frisoni “potranno essere di interesse dei Servizi Sanitari Nazionale e Regionali per decidere l’opportunità dell’inclusione dell’esame fra quelli garantiti a tutti gli italiani per i quali sarà indicato”.

Il Florbetapir è stato approvato dall’autorità del farmaco degli Stati Uniti (la Food and Drug Administration FDA) e, recentemente, dall’Agenzia europea del farmaco (EMA).

L’IRCCS Fatebenefratelli è un istituto di cura a carattere scientifico identificato dal Ministero della Sanità con una missione esplicitamente riabilitativa, con preminente attenzione agli aspetti terapeutici farmacologici e non farmacologici. Come per tutti gli IRCCS del territorio nazionale, l’attività di ricerca deve essere rivolta ad aspetti con un’immediata ricaduta clinica. A questo mandato istituzionale si aggiunge quello morale derivante dall’ispirazione cattolica degli ospedali dei Fatebenefratelli (http://www.centroalzheimer.org/sito/chi_missione_i.php).