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Crisi e salute, le famiglie ‘tagliano’ anche sui bambini

Il 54% limita i controlli diagnostici e specialistici, il 60% anticipa lo svezzamento, a rischio le vaccinazioni

La crisi economica fa tremare anche la tutela della salute dei più piccoli. E la cinghia delle famiglie continua a stringersi: l’80% dei genitori di bambini fra zero e 14 anni (8,3 milioni secondo l’Istat) ammette di avere difficoltà economiche a garantire cure sanitarie e assistenziali adeguate ai propri figli, limitandole allo stretto necessario anche per ciò che riguarda quelle primarie. Questo dato fortissimo emerge, con molti altri, da due indagini parallele, condotte su 600 pediatri di famiglia e 1000 genitori di tutta Italia, presentate oggi a Milano in occasione della giornata di presentazione di Paidòss, il nuovo Osservatorio Nazionale sulla salute dell’infanzia e dell’adolescenza (www.paidoss.it), nato da una iniziativa di Giuseppe Mele, presidente uscente FIMP. Secondo i pediatri, il 54% ha tagliato le spese per controlli diagnostici e specialistici, il 60% anticipa lo svezzamento per risparmiare. Infatti il latte artificiale nel 55% dei casi è scelto dalle famiglie solo in base al prezzo e non più seguendo solo il consiglio del pediatra, mentre poco più del 35% non può dare adeguato spazio al ‘baby food’, cibi espressamente studiati e prodotti per bambini. Cresce dunque l’allarme fra gli addetti ai lavori, che con la crisi temono anche una riduzione dei servizi di assistenza per i bimbi con patologie croniche e una diminuzione degli accessi ambulatoriali e delle visite specialistiche necessarie. Una situazione da affrontare al più presto. Anche per questo nasce Paidòss, che vede l’adesione di alcuni dei massimi esponenti della sanità italiana – tra cui Ferruccio Fazio e Livia Turco, ministri della salute nelle scorse legislature, on. Francesca Martini, ex sottosegretario al Ministero della Salute, Anna Serafini, Responsabile del Forum Infanzia e Adolescenza, che potranno portare un contributo importante su queste tematiche – e molti dei principali specialisti della salute pediatrica. 

“Siamo di fronte ad una situazione che si profila allarmante – spiega il presidente di Paidòss, Giuseppe Mele – denunciata da 600 pediatri di famiglia di lunga esperienza. L’indagine, che ha coinvolto il nostro Paese da Nord a Sud, conferma un disagio ‘economico’ pesante sulle famiglie, avvertito nel 90% dei casi (19% molto, 71% abbastanza) in misura maggiore rispetto al passato e sintomo di prospettive poco tranquillizzanti anche per il futuro. Non sono solo le indagini diagnostiche a segnare il passo, ma anche la prevenzione nel suo complesso registra un preoccupante arresto; l’accesso ai servizi socio-sanitari si sta riducendo anche e soprattutto per i minori affetti da malattie croniche, disabili, per gli adolescenti con dipendenze e per tutti i 720 mila minori che in Italia vivono in povertà assoluta. Paidoss nasce anche e soprattutto per dare una forma alla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza per proporre soluzioni, interventi, progetti, che nei prossimi mesi saranno integrati, presentati e resi operativi: iniziative sul territorio, stimoli istituzionali, studi e indagini senza le quali è impossibile conoscere davvero il mondo dei bambini che ci circonda e chiede risposte. Anche in riferimento alla crisi che morde i consumi di prodotti essenziali, oggi, per l’infanzia, cercheremo di fornire alle famiglie un progetto per superare questo periodo con consigli utili in grado di considerare la salute dei figli in un periodo di crisi”.

Secondo i pediatri intervistati, la crisi “morde” proprio perché comporterà una riduzione nei servizi di assistenza per le malattie croniche (19%) e nella possibilità di accedere a visite specialistiche non erogate dal sistema sanitario nazionale (16%) o ad ambulatori soggetti al pagamento di ticket (15%). Il problema, però, non si arresta al singolo nucleo familiare ma sta assumendo una dimensione sociale: i pediatri temono infatti un peggioramento delle condizioni igienico-sanitarie in età pediatrica nel 10% dei casi, una diminuzione delle vaccinazioni (8%) e un taglio delle forniture di farmaci e alimenti dedicati soprattutto alle malattie rare (8%), ma anche ripercussioni sull’assunzione crescente di scorrette abitudini alimentari (7%), sull’incremento delle malattie infettive (7%) e lo sviluppo di disturbi comportamentali e psichiatrici sempre più frequenti (4%). Dal canto loro i genitori, con pari intensità nelle diverse Regioni, sottolineano i costi elevati di tutto ciò che serve ai figli più piccoli: a causa del periodo di crisi i pannolini sono giudicati una spesa alta dal 57% di mamme e papà, che in questo momento considerano pesanti per le proprie tasche anche apparecchi per i denti (37%), occhiali (25%) e correttori ortopedici come scarpe e plantari (21%). Restano ancora poco adottate strategie di risparmio come gli acquisti on-line (25,3%) o di gruppo (5,7%) ma è solo questione di tempo.

“Le due indagini – dichiara Anna Serafini, Responsabile del Forum Infanzia e Adolescenza –confermano l’assoluta necessità di un Osservatorio che si occupi in maniera specifica delle problematiche in età infantile. È infatti emersa una mancata o scarsa consapevolezza, da parte della popolazione generale, dell’importanza della tutela della salute e del benessere dei bambini fin dai primissimi anni di vita, momento nel quale invece si pongono i presupposti di una salute futura e duratura. Una disattenzione rivelata, in primo luogo, dalla poca conoscenza e adesione anche a iniziative che non hanno costo, come ad esempio il calendario vaccinale uniforme, o dal fatto che i bambini italiani, nonostante la dieta mediterranea sia riconosciuta come la migliore e la più sana, siano diventati i più obesi d’Europa. Aspetti, tutti, da non sottovalutare e aggravati dall’esistente crisi socio-economica che ha messo in discussione anche i principi fondamentali di tutela della salute, quali il pagamento di ticket o la cura dei più piccoli. 

“Il sistema sanitario italiano – continua Francesca Martini – si distingue senza dubbio in Europa e nel mondo per il suo carattere universalistico, per le eccellenze diffuse e per la presenza di pediatri dediti ad assistere i più piccoli a partire dai primi giorni di vita. Ma si contraddistingue anche per modelli organizzativi di competenza regionale che si differenziano per efficienza e sostenibilità. In un momento in cui il nostro Paese, come altri in Europa, vive una profonda crisi economica, Paidòss si è proposto tra i propri obiettivi quello etico per eccellenza: tutelare la salute e lo sviluppo psicofisico dei bambini ed essere stimolo alle istituzioni pubbliche e private affinché l’Italia possa sempre rappresentare un baluardo nel mondo nelle cure e nell’assistenza in età pediatrica”

 “La fotografia scattata da questa indagine – osserva sempre Giuseppe Mele – dipinge famiglie preoccupate, timorose di non poter garantire un’assistenza adeguata ai propri figli. Bisogna anche sottolineare che l’Italia dell’assistenza all’infanzia è oggi segnata da profonde disuguaglianze: tutti i genitori, da Nord a Sud, lamentano in egual modo difficoltà economiche, ma le possibilità dei bambini e delle loro famiglie di trovare un servizio sanitario pubblico di qualità variano da Regione a Regione, da un’area territoriale all’altra. Un fenomeno conclamato da oltre 10 anni, da quando è stata attivata la riforma federalista del Welfare senza definire standard minimi per godere di uguali servizi e diritti su tutto il territorio nazionale. I vincoli di spesa imposti dall’Europa e dalla crisi non fanno che aggravare la situazione e gli ultimi dati mostrano un continuo peggioramento del gap fra le diverse realtà, con il mezzogiorno in sempre maggiore difficoltà e soprattutto sull’assistenza all’infanzia, dove si registrano gli squilibri maggiori: mentre al Nord, infatti, il sistema di spesa sociale e sanitario è più strutturato e articolato e presenta una rete di associazioni tra Comuni che offre opportunità di accesso ai servizi sanitari anche ai residenti dei centri più piccoli, al Sud i Comuni non adottano forme associative e consortili, non fanno rete. Ecco dunque il secondo obiettivo di Paidòss – conclude il dr. Mele – che, lo ricordiamo, vuole fornire risposte alle necessità dell’assistenza sanitaria ai bambini nel nostro Paese, attraverso una stretta collaborazione con le Istituzioni: intendiamo rendere noti i dati di questa e delle prossime indagini sulle condizioni della salute dei bambini e degli adolescenti in Italia a Ministero della Salute, Assessorati Regionali e Agenas perché le decisioni possano essere guidate da una conoscenza reale della pediatria in Italia e soprattutto possano essere prese nel concreto interesse dei più piccoli.