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Colpito da aneurisma aortico, “salvato” dalla prontezza e dall’esperienza dei medici del 118

L’esperienza, l’organizzazione, l’attenzione e la grande professionalità che negli anni hanno acquisito gli operatori del 118, hanno permesso di salvare un uomo, B.L., di 75 anni, residente a Terranova, da morte certa.Lo testimonia il direttore della unità operativa di Chirurgia Vascolare del San Donato Guido Bellandi, che con una nota sottolinea il percorso adottato e la capacità complessiva messa in campo per consentire a quest’uomo di vivere.La storia ha inizio qualche giorno fa. Al  118 arriva la richiesta di soccorso da un uomo che risiede a Terranuova. Un forte dolore all’addome  e una serie di altri sintomi inducono il medico e l’infermiere del 118 a sospettare la presenza di un aneurisma aortico. Invece di correre al più vicino ospedale (la Gruccia) i due sanitari decidono di utilizzare l’ecografo che hanno nella loro ambulanza di eseguire subito un accertamento diagnostico: se infatti si tratta di aneurisma, il passaggio dalla Gruccia comporterebbe un pericoloso ritardo nell’intervento chirurgico da effettuarsi in un centro di chirurgia vascolare, presente nella nostra provincia solo al San Donato.

L’ecografia conferma la presenza di un voluminoso aneurisma in rottura.

Il paziente viene messo in ambulanza e mentre si compie il viaggio verso Arezzo, vengono messi in allerta il dipartimento d’urgenza e l’anestesista dedicato all’urgenza. Giunto ad Arezzo, sul paziente in tempi estremamente brevi viene eseguita una tac addome per valutare le possibilità di trattamento endovascolare o a cielo aperto. Nel frattempo dall’equipe anestesiologica veniva mantenuta un’ipotensione controllata per non aggravare ulteriormente l’emorragia.

Per una serie di condizioni del paziente, si è dovuto procedere con un intervento a cielo aperto, e nonostante le dimensioni dell’addome e l’aneurisma con ampia rottura, si è potuto eseguire un rapido “clampaggio aortico” dopo soli 5 minuti dall’incisione della cute. L’intervento, anche se complesso per l’ampio coinvolgimento delle biforcazioni iliache, è quindi proseguito senza particolari problematiche. Ieri, dopo soli sette giorni, il paziente è potuto tornare con le sue gambe alla propria abitazione.

“Tutto questo – commenta soddisfatto il dottor Bellandi – è stato possibile grazie al tempestivo riconoscimento della grave patologia dai colleghi del 118 che, utilizzando l’ecografo portatile in loro dotazione e senza perdita di tempo hanno trasportato il paziente nel Centro di riferimento Aziendale di Chirurgia Vascolare, senza trattenersi nell’Ospedale più vicino, riducendo così l’entità dell’emorragia, prima che si deteriorassero ulteriormente le condizioni dell’uomo”.