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Bambini sempre più obesi e la colpa è dei genitori

Mamma e papà tendono a sottovalutare il problema che non si risolve negli anni

bambini-obesiI genitori moderni fanno sempre meno attenzione al peso dei figli. Nel 1988, il 26 per cento delle mamme e dei papà riteneva il proprio figlio del ‘giusto peso’ quando invece era grasso. Oggi lo crede il 37% dei genitori. E mentre cala l’attenzione dei genitori, i piccoli cicciottelli sono maggiormente vittime di fenomeni di bullismo fin dalla prima elementare, rispetto ai coetanei di peso normali. Lo dimostrano due nuove ricerche, entrambe pubblicate su Pediatrics. La prima, condotta alla Georgia University su circa 2.900 bimbi dai 6 agli 11 anni, denuncia anche la persistenza della falsa convinzione dei genitori che i figli grassi dimagriranno crescendo.

La seconda indagine, fatta da ricercatori dell’università di Rotterdam su 4.364 bambini di 6 anni e mezzo, scopre che i piccoli obesi sono più vittime di soprusi dai compagni già al primo anno scolastico ma anche che diventano più aggressivi e bulli a loro volta per difendersi. Commenta Claudio Maffeis, direttore dell’unità operativa diabetologia, nutrizione clinica ed obesità in età pediatrica all’università di Verona ed esperto di nutrizione per la Società italiana pediatria, Sip: “Questi studi confermano su larga scala fenomeni noti purtroppo anche in Italia. I genitori tendono a sottovalutare il peso dei figli anche perché nell’infanzia il grasso si confonde. A 6 anni infatti un bimbo molto magro è da considerare nella norma, mentre quello che i genitori definiscono robusto può essere già obeso, secondo le tabelle pediatriche che tengono conto del rapporto fra peso e altezza”.

“Altro errore comune è credere che il figlio grasso dimagrirà da solo con la pubertà, mentre ciò non si verifica affatto nel 40-70% dei casi” sottolinea Maffeis. “L’obesità, infine, non espone i piccoli solo a rischi metabolici, ma frequentemente anche a problemi di natura psicosociale – conclude l’esperto – L’obeso viene emarginato e preso in giro in classe, con conseguenze anche gravi di tipo psicologico che non andrebbero trascurate”.

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