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Allergie da polline, i consigli dello specialista

Le temperature ed il meteo di questi giorni potrebbero far pensare il contrario, ma in realtà la primavera è arrivata con il suo carico di luce, colori, odori e, purtroppo, anche di allergie. Lo sanno bene coloro che da gennaio-febbraio (con il polline del cipresso) a settembre-ottobre (con il polline di ambrosia e artemisia) lottano contro le fioriture e le impollinazioni, soffrendo i più svariati sintomi allergici, dagli occhi arrossati alla lacrimazione, dal cosiddetto “naso che gocciola” agli starnuti, dal respiro affannoso fino all’asma. L’allergia ai pollini sembra colpire in special modo i bambini, che con più difficoltà riescono a tollerarne le conseguenze. Cosa fare in questi casi?

Lo abbiamo chiesto al dottor Roberto Bernardini, direttore dell’unità operativa Pediatria dell’Asl 11 e presidente della Siaip (Società italiana di allergologia ed immunologia pediatrica).

Quanti bambini presentano problematiche legate alle allergie ai pollini?

Oltre il 20% dei bambini che frequentano le scuole elementari ed oltre il 30% degli adolescenti italiani presentano la sintomatologia tipica delle allergie con congiuntivite, rinite (comunemente chiamato “raffreddore da fieno”), addirittura asma. Alcuni bambini possono essere allergici a più tipi di pollini, prodotti in vari periodi dell’anno e, quindi, soffrire di allergia costantemente per quasi tutto l’anno.

Cosa occorre fare qualora un genitore ravvisi nel proprio figlio uno o più di questi sintomi?

La prima cosa da fare è sicuramente procedere ad un’accurata e corretta diagnosi grazie alla quale si riesce ad individuare il polline o i pollini a cui il bambino risulta allergico per poter, conseguentemente, procedere con una terapia appropriata, attuando trattamenti specifici.

A chi occorre rivolgersi?

La diagnosi deve essere effettuata da un pediatra specialista anche in allergologia e immunologia clinica oppure con riconosciute competenze in questo settore.

Quando è bene procedere con le indagini diagnostiche?

E’ preferibile effettuare la visita allergologica in fase acuta, quando i sintomi si manifestano appieno.

In cosa consistono le indagini diagnostiche?

Per effettuare la diagnosi è necessario sottoporre il bambino ad una visita allergologica, ai test cutanei (prick test) e ad un eventuale prelievo del sangue.

Quali sono i pollini cui i bambini risultano maggiormente allergici?

I pollini che causano allergie nei più piccoli sono principalmente quelli delle graminacee, parietaria, olivo, cipresso, ambrosia, artemisia, betulla, nocciolo. In effetti, le piante più comunemente usate in tanti parchi e giardini cittadini.

Come può essere curata l’allergia da polline?

Anzitutto è bene ribadire che il fai-da-te è vivamente sconsigliabile, perché può essere altamente rischioso. E’ bene affidarsi alle indicazioni terapeutiche dello specialista e seguirle scrupolosamente. Oltre ad antistaminici, cortisonici, antileucotrienici e decongestionanti nasali, lo specialista può prescrivere anche una immunoterapia specifica (il cosiddetto “vaccino per l’allergia”). Tale immunoterapia specifica, specialmente per i pollini di graminacee ed utilizzando la formulazione sublinguale, appare in grado, in base a recenti studi, di avere una maggiore efficacia nel ridurre i sintomi primaverili e nel mantenere la riduzione degli stessi anche nelle stagioni polliniche successive alla cessazione della somministrazione della immunoterapia, rispetto alla classica terapia farmacologica.

Può darci altri utili e semplici consigli?

Nel periodo primaverile estivo bisognerebbe innanzitutto evitare di uscire nelle ore centrali e più calde della giornata, durante le quali la concentrazione nell’aria dei pollini è molto elevata. Attenzione anche al vento, che trascina i pollini, e alla pioggia, che li frantuma in una miriade di particelle che mantengono intatto il loro potere allergizzante.

In vista delle prossime vacanze estive, quali sono i luoghi più adatti dove portare i bambini che soffrono di allergia ai pollini?

Il mare o l’alta montagna. Da evitare completamente campagne e colline e, soprattutto, i luoghi in cui l’erba è stata tagliata da poco.