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2009: anno record per i trapianti a Udine

20" >Il 2009 è stato l´anno record per i trapianti: sono stati eseguiti oltre 80 trapianti, di cui 34 di fegato e 52 di rene, arrivando a fine anno a 1023 trapianti dacché è iniziata questa attività (nel ‘93 del rene, nel ‘96 del fegato).

L´equipe del professor Bresadola ha operato anche la vigilia di Natale, a Capodanno e il giorno dell´Epifania, trapiantando solo nell´ultima settimana 6 reni e 3 fegati.

Come spiega il professor Fabrizio Bresadola, direttore della SOC Clinica Chirurgica, questo record è stato possibile sia grazie all´importanza che hanno nella nostra regione le donazioni (siamo al primo posto in Italia per numero di donazioni), il cui merito va al centro "Giordano" di coordinamento regionale e alle associazioni di volontariato che hanno lavorato bene nella propagazione della cultura del dono, sia all´attività trapiantologica, il cui merito è dell´Azienda Ospedaliero-Universitaria, perché nei trapianti sono coinvolte tutte le professioni sanitarie e di supporto.
E´ evidente il beneficio in termini di ricaduta culturale e scientifica su tutte le attività del nostro ospedale.
Inoltre il centro di Udine è il primo in Italia per qualità e quantità di trapianti di fegato in pazienti HIV: finora ne sono stati eseguiti 29, questo grazie anche alla Soc Malattie Infettive.

"Questi numeri rappresentano un risultato rilevante per una regione di soli un milione e 100 mila abitanti – puntualizza il professor Bresadola – e in linea con i risultati nazionali ed europei. La sopravvivenza dopo il nostro trapianto di fegato è uguale alla media italiana ed europea: a 5 anni dal trapianto la percentuale di persone viventi è del 75 per cento".

Ancora più alta quella delle persone trapiantate di rene, come riferisce il dottor Domenico Montanaro, direttore della SOC Nefrologia, Dialisi e Trapianto Renale: "La nostra sopravvivenza del rene è dell´83 per cento, migliore della media italiana, che è all´81, e di quella europea, che si ferma al 76 per cento. E ciò nonostante noi si trapianti anche i pazienti più a rischio, che presentano complessità di comorbilità, infatti mettiamo in lista quasi tutti. Su questa percentuale poi incidono positivamente le nuove terapie immunosoppressive più leggere che somministriamo subito dopo il trapianto".